Il Napoli perde 3-0 con l’Atalanta. Fischi. Addio alla Champions dopo il Mondiale per club. Rosa deprezzata. E il futuro non si annuncia per nulla roseo
Il disastro di De Laurentiis è completo, l’egolatria gli è costata un flop economico. E ci toccherà Italiano
Napoli-Atalanta è finita come ogni persona di buon senso sapeva da giorni. L’Atalanta ha vinto tre a zero. Fischi al Maradona. Addio Champions, il Napoli rischia di rimanere proprio fuori dall’Europa. È anche la prima sconfitta in campionato di Calzona. Garcia si conferma per distacco il miglior tecnico della stagione.
Il primo tempo è stato di disarmante facilità per la squadra di Gasperini che ha segnato due gol a una difesa che definire addormentata è un complimento. Inspiegabilmente si sono fermati (anche Meret, errore assurdo) sul gol dell’1-0 di Miranchuk per un fallo che non c’era; e poi sul 2-0 Juan Jesus ha perso un pallone da calcio amatoriale. A proposito, complimenti per l’iniziativa contro il razzismo prima del match. Per distacco la cosa più bella della giornata del Napoli.
All’intervallo Calzona ha finalmente sostituito Traoré con Zielinski inspiegabilmente escluso anche in campionato dopo l’autolesionistica decisione di farlo fuori dalla lista Champions. Fuori anche Raspadori per Ngonge. E il Napoli almeno qualcosa ha creato. È stato anche sfortunato come accade nelle stagioni nate male e che probabilmente finiranno peggio. Doppio palo tra Zielinski e Osimhen. Gli azzurri (oggi in bianco) hanno avuto altre occasioni ma Carnesecchi è sempre stato attento. E nel finale il terzo gol di Koopmeiners.
Al di là della cronaca resta la stagione disastrosa del Napoli. Un disastro tecnico ed economico che ha la firma di Aurelio De Laurentiis: attore principale, sceneggiatore e regista di un capolavoro di autolesionismo. Ha fatto tutto lui. È diventato il padre padrone del Napoli, nettamente più di prima. E poiché il club e la squadra sono anche la fonte principale di reddito della famiglia De Laurentiis, è interessante osservare come l’egolatria abbia preso il sopravvento anche sulla cautela che da sempre accompagna le riflessioni economico-finanziarie dell’uomo. Perché con questa gestione dissennata, De Laurentiis ha perso una vagonata di soldi. Ha perso gli almeno 70 milioni di euro del Mondiale per club. Gli altri cinquanta della prossima Champions. E sono 120. Cui va aggiunta la perdita di valore della squadra: in soli dodici mesi la rosa del Napoli si è deprezzata almeno del 40% e ci manteniamo bassi. Ha quindi avuto un prezzo (anche alto) la scommessa di De Laurentiis di dimostrare che lo scudetto del Napoli era stato merito suo e non anche di Spalletti e Giuntoli. Il presidente ha scommesso e ha perso. E ha perso tanto.
Ora il dilemma è: è stata una stagione storta o è cominciato in maniera inesorabile il declino di De Laurentiis? Noi propendiamo per la seconda ipotesi ma saranno i fatti a parlare. Come hanno parlato quest’anno. Le premesse per il futuro prossimo non ci sembrano promettere nulla di buono. All’orizzonte c’è Vincenzo Italiano allenatore che piace tanto ad Adl. Anche perché fautore del 4-3-3 che secondo il presidente è l’unico modo in cui può giocare il Napoli. Come accade col Barcellona. Questa squadra, almeno con De Laurentiis presidente, è condannata a giocare così nei secoli dei secoli. E quindi ci toccherà Italiano. Tanto per fare un nome, sarebbe stato decisamente meglio Gasperini. Ma la difesa a tre a queste latitudini è considerata una bestemmia. I danni ormai incurabili del sarrismo.