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Jacobs: «le critiche mi hanno fatto molto male, un italiano oro olimpico sui 100 metri ha creato disagio»

Al Guardian: «non ho corso per problemi fisici, non per paura. Non sapevo di Spazzini e degli steroidi. Sono già nella storia». Spara al poligono

Jacobs: «le critiche mi hanno fatto molto male, un italiano oro olimpico sui 100 metri ha creato disagio»
A member of Italy's silver medal team, Italy's Lamont Marcell Jacobs (R) embraces USA's Noah Lyles (C) after the USA team win the men's 4x100m relay final during the World Athletics Championships at the National Athletics Centre in Budapest on August 26, 2023. (Photo by ANDREJ ISAKOVIC / AFP)

Marcell Jacobs intervistato dal Guardian. Un’intervista ampia, anche molto discorsiva. In cui vengono toccati i sospetti che hanno accompagnato l’oro olimpico sui 100 metri ma più nella narrazione del giornalista che nelle parole dell’azzurro (il Guardian ci tiene a far sapere che Jacobs ha preferito avere un interprete nel corso della conversazione). Tornerà a gareggiare in aprile.

Il giornalista – Ben Bloom – ricorda i sospetti sullo sprinter azzurro che è di fatto scomparso dopo l’oro olimpico.  Solo una volta è sceso sotto i dieci secondi. Ora si allena in Florida con Rana Reider che è stato condannato per squilibrio di potere in una relazione sessuale con una sua atleta.

Il Guardian racconta la nuova vita di Jacobs.

Porta i suoi figli a scuola senza che nessuno lo guardi, gioca a golf sul campo di casa e spesso prova pistole al poligono.

«Potrei andare al negozio in calzini e nessuno mi riconoscerebbe, posso fare quello che voglio. È molto diverso dalla vita in Italia, mi aiuta a rimanere emotivamente calmo».

Dice Jacobs:

«Le critiche delle persone mi hanno fatto molto male. Arrivavano da ogni parte, dall’Italia e dall’estero. Come se non gareggiassi per paura. Non ho mai avuto paura di niente in vita mia. Non gareggiavo perché non ero in grado di farlo. È stato un momento difficile perché ti alleni per ottenere risultati e non ottenerli è stato difficile. I due anni post-olimpici sono stati anni difficili. Avevo davvero bisogno di qualcosa che mi riaccendesse».

Il suo problema era fisico e “complicato”.

Un problema con la schiena e il nervo sciatico che era difficile da diagnosticare e risolvere. Ma ha anche capito che per avere una possibilità di conservare il suo titolo olimpico sarebbe stato necessario “un cambiamento radicale non solo fisico ma emotivo, dentro di me”.

R così ha lasciato l’allenatore Paolo Camossi e ha scelto il gruppo di Rana Reider. Scelta di cui Jacobs è pienamente soddisfatto.

Con Reider si allenano tra gli altri. il campione olimpico in carica dei 200 metri Andre De Grasse, il due volte medagliato sui 100 metri Trayvon Bromell, il campione del mondo della 4×100 Jerome Blake compagno di squadra canadese di De Grasse.

«Non appena ho iniziato ad allenarmi con il gruppo, mi sono subito chiesto perché mi sono allenato da solo per così tanto tempo. Lavorare in gruppo è incredibilmente motivazionale. In questo momento, siamo un gruppo che si spinge a vicenda e si sostiene a vicenda. Siamo lì l’uno per l’altro. Certo, saremo in competizione l’uno contro l’altro. Dovremo vedere cosa succederà nei prossimi mesi, ma in questo momento tutti si stanno allenando insieme».

È stato toccato anche il tema Giacomo Spazzini l’ex nutrizionista di Jacobs coinvolto in un’inchiesta sugli steroidi. Spazzini è stato poi scagionato dalle accuse. Jacobs mai sospettato di alcun illecito.

Scrive il Guardian:

Jacobs ha insistito che aveva già tagliato i legami con Spazzini non appena il caso è emerso, e ora conferma che da allora non ha avuto alcun contatto con lui. Jacobs sostiene di aver agito il più rapidamente possibile, e ritiene che il livello di critiche e dubbi dopo il suo trionfo a Tokyo sia dovuto solo in parte all’associazione con Spazzini.

«Non penso che tutta il brutto che c’è stato dopo le Olimpiadi sia collegabile a lui. Penso che ci sia stato molto shock e disagio con un italiano che ha vinto l’oro nei 100 metri. Con il senno di poi, avrei voluto sapere prima dei suoi problemi. Ma non l’ho fatto, non lo sapevo, quindi non posso farci niente. Se potessi tornare indietro, ovviamente avrei fatto le cose in modo diverso se l’avessi saputo. Il passato non lo puoi cambiare».

Scrive il Guardian:

C’è una nota percettibile di sfida nella sua voce; un senso di disprezzo per coloro che hanno cercato di denunciare o sminuire il suo successo olimpico.

Dice che la sua motivazione per le Olimpiadi di Parigi non deriva dal desiderio di dimostrare qualcosa agli altri.

«Vincere un secondo oro non cambierebbe molto me e la mia immagine. Certo sarebbe positivo, ma venendo da un paese dove nessuno prima di me aveva vinto una medaglia d’oro olimpica nei 100 metri, quello che ho fatto è stato storico e lo sarà sempre. Nel corso degli anni ho imparato che devo concentrarmi su ciò che voglio e su ciò che credo di poter fare. Non per mostrare agli altri, ma per mostrare me stesso. Sono successe un sacco di cose nei due anni e mezzo da quando ho vinto l’oro, quindi devo dimostrare a me stesso cosa posso fare».

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