Scandalo tra i conservatori per la Croce di San Giorgio colorata di viola: “Alla Nike se ne fregano della storia dei Paesi dove fanno affari”
Le maglie delle nazionali sono un argomento di polemica, non solo in Italia (dove quella nuova è accusata di essere fascista) o in Germania (dove dopo 70 anni la Nike ha soppiantato Adidas), ma soprattutto in Inghilterra. Dove è scoppiata una sorta di rivolta contro Nike. Secondo il Telegraph la nuova grafica “svaluta mille anni di storia”
Il problema è l’aggiornamento “giocoso” della tradizionale Croce di San Giorgio sul colletto della maglia. Un oltraggio, per il più conservatore degli editorialisti del giornale inglese. Secondo Oliver Brown “un emblema araldico risalente a un millennio doveva essere risparmiato da qualsiasi revisione frivola, ma quando si tratta dei dirigenti americani dell’abbigliamento e della loro inestinguibile sete di attenzione, nulla è sacrosanto”.
“E così il simbolo del santo patrono dell’Inghilterra , una croce mostrata sull’innalzamento degli stendardi reali dei re Plantageneti, sarà reinventato sabato a Wembley in una gradazione empia di viola e blu. Almeno i tre leoni, stemma della nazione fin dai tempi di Riccardo I, sono sfuggiti a qualsiasi ingerenza. Ma la rappresentazione alternativa della croce suggerisce che la squadra nazionale accetterà qualsiasi espediente gratuito richiesto dallo sponsor”.
Un “modern twist” è la definizione della Nike. Ma “perché voler stravolgere una croce che è stata un filo ininterrotto attraverso i secoli?”, si chiede ancora il Telegraph. “L’unica spiegazione è che alla Nike non potrebbe importare di meno del patrimonio dei Paesi in cui opera”.
Poi Brown allarga il discorso, la fa lunghissima: “Viviamo in un’epoca in cui è sempre più desiderabile essere un disgregatore. La parola stessa si è evoluta dal significato di qualcuno determinato a causare disturbo a una persona intenzionata a innescare un cambiamento radicale all’interno di un settore o di un mercato esistente. La seconda definizione potrebbe qualificarsi come la dichiarazione d’intenti di Nike al giorno d’oggi”.