Il Messaggero riporta le parole della schermitrice 17enne «Rivivo la stessa angoscia. Mi guardo allo specchio e mi vedo come se fossi a pezzi, una persona danneggiata»

Il Messaggero propone oggi un’intervista alla schermitrice 17enne che ha denunciato uno stupro di gruppo avvenuto lo scorso agosto ad opera di tre atleti mentre erano di ricordare.
«Sto cercando di non leggere le notizie che mi riguardano perché purtroppo mi fa male, malissimo. Rivivo la stessa angoscia. Mi guardo allo specchio e mi vedo come se fossi a pezzi, una persona danneggiata. Non riesco a dormire, fatico a concentrarmi, davanti a me vedo il buio. So che tutti sono preoccupati per me e questo mi dispiace».
In questi giorni il suo avvocato ha mosso accuse alla Procura generale di Firenze che , a suo dire, non avrebbe condotto le indagini come un codice rosso.
«Ho paura. Come faccio a fare le gare se ci sono quei tre? Non posso salire in pedana e vedere di nuovo quelle persone, le stesse che mi hanno fatto del male. Mi mettono paura, ma io non voglio abbandonare la scherma»
Dalla ricostruzione delle indagini sono emersi particolari come la presenza di eroina nelle urine della ragazza e alcuni messaggi inviati dai presunti colpevoli a lei. Non è chiara la dinamica della serata, ma al Messaggero è la stessa schermitrice a raccontarla
«La sera siamo andati tutti nel bar di fronte all’hotel a festeggiare dopo le gare di Milano. Ricordo solo di aver bevuto qualcosa, poi il nulla. Mi sono svegliata in una stanza semi incosciente, non avevo energia, non potevo muovermi».
La questione è stata sollevata da alcune senatrici Valeria Valente e Daniela Sbrollini, vicepresidente della Commissione sul feminicidio che annunciano un’interrogazione ad Abodi: «Per capire come sia possibile che la Federazione scherma non abbia preso, in attesa certo dell’esito del procedimento, i necessari provvedimenti almeno cautelari per tutelare la giovane atleta».