«Lei ha mai visto una società in cui chi mette i soldi vede poi decidere in tutto e per tutto gli altri?». La Serie A in Figc ha voti per il 12%
Lotito: «Facciamo causa alla Figc, la Lega Serie A non conta niente». Sono le frasi del presidente della Lazio che riporta il quotidiano la Repubblica.
«Gli facciamo causa». Tre parole indirizzate al cuore del calcio italiano. Claudio Lotito parla con calma, nessuna esagerazione, non ci sono iperboli, nessuna arroganza.
«Non contiamo nulla — spiega Lotito, consigliere Figc e senatore di Forza Italia — inutile girarci intorno, noi non contiamo niente».
(Questa la replica di qualche giorno fa di Gravina)
La Lega di Serie A, o almeno la parte più potente che la compone, quella che rappresenta il 90% del traffico digitale in termini di notizie e la stessa percentuale o giù di lì in termini di introiti economici, si è stancata. «Lei — incalza Lotito — ha mai visto una società in cui chi mette i soldi vede poi decidere in tutto e per tutto gli altri che quella società stessa la compongono? Noi oggi viviamo in un paradosso giuridico. Il presidente della Federcalcio viene eletto, come si dice in gergo, dai “voti delle componenti”. E lì, a quel tavolo, facciamo la parte dei ragazzini al tavolo degli adulti. La Lega di A marginale, quella di Serie C decisiva: ma stiamo scherzando?».
«Queste regole non ci stanno più bene: i legali si occuperanno della parte che compete loro, ma il nostro progetto è semplice. Gravina e la sua Federcalcio si sentono blindati dal loro statuto. Noi vogliamo che la Lega di Serie A, quella composta dai club che hanno immagine, tifosi e producono il 90% del fatturato, si trasformi in qualcosa di diverso: la Lega di Serie A deve essere la nuova Premier League».
Repubblica fa i conti e scrive che Lotito tecnicamente ha ragione.
Il presidente della Lazio tecnicamente ha ragione, il suo ragionamento è figlio di un calcolo aritmetico sintesi di un calcio d’altri tempi. Questi i numeri che portano all’elezione dell’uomo chiamato a guidare la macchina del calcio italiano: 62 è il peso dei voti a disposizione della Lega A (pari al 12%); 26 di quella di B (5%); 88 per la Lega Pro (17%); 176 per la Lega nazionale Dilettanti (34%); 103 per i calciatori (20%), la metà per i tecnici e infine 10 per gli arbitri (2%).
«Vede — spiega ancora con calma Lotito — sono i numeri a dire che noi non contiamo nulla: se La Lega Dilettanti unisce i suoi voti a quelli della Lega Pro, stiamo parlando della vecchia Serie C, quell’accordo è sufficiente a mettere in ginocchio qualsiasi idea degli altri club. La sintesi è banale: un club di Serie C conta più di uno di A. Una società dilettantistica più di una che gioca in Champions League. Adesso basta».