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Nostalgia di Callejon che a fine contratto giocò gratis con il Napoli

Lo stadio a Bagnoli un miraggio per gli allocchi in linea con le vanvere salviniane a proposito del Ponte sullo Stretto

Nostalgia di Callejon che a fine contratto giocò gratis con il Napoli
Callejon (Hermann)

FALLI DA DIETRO – COMMENTI ALLA 28° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2023-24

È un anno così. Occasioni buttate via.

Sogni che evaporano a uno a uno.

Passo indietro contro un Toro rognoso e falloso.

Il Sistema manda un uomo di fiducia a gestire le cose.

Quel signore di Schio che non tradisce mai.  

E consente totale libertà ai granata di menare a più non posso.

Falli sistematici e perdite di tempo reiterate.

Linetty ne commette almeno cinque. Mai ammonito.

Secondo tempo, giocati appena 24 minuti effettivi.

Da incorniciare, a fine partita, l’episodio che vede protagonista il Barilotto Lusitano, reduce da una prova maiuscola, culminata con l’assist gol.

Al passaggio dinanzi alla panchina azzurra di questo galantuomo, il portoghese si alza e gli fa a muso duro: «Arriva un certo punto e devi fare sempre il fenomeno».

Meraviglia.

Ma in fondo vada pure al diavolo l’arbitro.

Dopo tutto quello che abbiamo sprecato.

In questo tipo di partite, la differenza la dovrebbe fare il centrocampo. Ma purtroppo noi questo siamo.

Il centrocampo è una delle prove provate della sciagurata Grande Rinuncia dell’Impomatato.

Uomini contati.

Uno svedese inadeguato.

Uno messo fuori rosa.

Uno incomprensibilmente in campo con un comportamento spudoratamente irritante.

Nessun rispetto per la maglia indossata nove anni di fila.

Niente a che vedere con la professionalità di Lazarillo Callejon, che a fine contratto giocava con noi gratis.

Uomini contati.

Mentre da Cagliari arrivano notizie esaltanti di Gianluca Gaetano.

Il Fettina lo utilizza a ridosso delle punte ed è al terzo gol su 6 partite .

Qui gli facevano fare il mediano.

L’Imperatore di Capri fanfaroneggia sullo Stadio Fantasma.

Un miraggio per gli allocchi in linea con le vanvere salviniane a proposito del Ponte sullo Stretto.

Ci parli invece un po’ di questo mercato fallimentare gestito in prima persona.

Della pessima gestione di Demme e del Signorinello Pallido.

Del perché ancora la società non ricusa un arbitro da sempre ostile, cosa che per tempo ha fatto l’Inter.

Ma ora basta con i pessimismi.

E godiamoci la luce che illumina tutto il cielo azzurro.

Kvara delle stelle.

Campione di un altro calcio.

Ricordi di trenta, quaranta anni fa.

La gioia di giocare a pallone.

La gioia genuina, la gioia infantile della strada fra le pozzanghere.

Quella di Diego.

Sacrilego azzardo.

Ma è incontrollabile l’entusiasmo per questo ragazzo che, in mezzo a quattro avversari ubriachi, riesce a non perderla.

La nasconde. La fa magicamente riapparire.

La accarezza di piatto destro.

La sposta sul sinistro per un buffetto d’esterno.

Un incanto.

Una meraviglia rara e fuori moda per il calcio attuale.

Il fuoriclasse autentico.

Il numero uno di tutta la Serie A.

Ora si va al Montjuïc.

È l’ultimo sogno – per quanto impossibile – che si può ancora sognare in quest’anno malato.

Giochiamocela con coraggio.

Quartieri alti.

Partita intensa al Dall’Ara.

Sotto la pioggia battente si scontrano le due attualmente migliori della Serie A.

Vince l’Inter.

Vince Inzaghi nel suo ennesimo esame di maturità.

Il gol di Bissek è un esempio di accademia calcistica sopraffina. Da braccetto a braccetto.

Che esalta l’essenza del calcio teorizzato dal tecnico piacentino. Fluidità e movimento. Pressing altissimo.

L’arma, tra l’altro, più affilata anche di Thiago.

Momenti di alta scuola, per chi ha voglia di gustarseli.

Non sa più vincere la Vecchia.

Sei punti in sette partite.

La Champions è ormai a forte rischio, quando sembrava al sicuro.

Eppure il raddoppio di Arkadiusz sembrava aver risolto la contesa. Invece la Juve inaspettatamente si ferma e consente il recupero della Dea.

Anche al Franchi la partita è divertente, come a Torino.

Stilnovisti imperdonabili.

Sciupano il quarto rigore su cinque concessi in stagione.

Ma comunque era vinta.

Niente, si fanno raggiungere all’ultimo respiro.

Continua il momento magico di Capitan Futuro.

19 punti in 8 partite.

Bassifondi.

Al Via del Mare continua il miracolo Baroni.

Setti a gennaio ha venduto anche il balcone di Giulietta, e lui mette su un gruppo di sconosciuti che se la giocano ogni settimana.

L’immagine più icastica è la scapocciata che il tecnico D’Aversa rifila a Henry a gara finita.

Brutto gesto, ma assolutamente non violento.

Esonerato in tronco.

Viene in mente una ben più impetuosa testata ad opera di Bonucci Leonardo qualche anno fa.

Vittima d’occasione Rizzoli Nicola che non era un calciatore, bensì l’arbitro di quella partita.

Nessuna sanzione.

Né da parte della Federazione, né tantomeno da parte della società sabauda.

Altri tempi.

Basta abbuffata calcistica.

Ore piccole per l’imperdibile notte degli Oscar.

Come sempre noiosissima.

Talmente noiosa che Will Smith si prende a schiaffi da solo.

La meravigliosa Emma Stone trionfa con “Poor Things”.

Un film che parla di ibridi fatti con creature morte.

In Italia è stato tradotto con il titolo “Campo largo”.

Ceccherini azzarda il suo exit pool. “Vinceranno gli ebrei”.

In Abruzzo, i nazisti.

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