ilNapolista

Orsato è il miglior arbitro italiano in un sistema mediocre

Arbitra al di sopra della gara, con arroganza e presunzione. Ha 48 anni (due meno di Rocchi) ed è ancora considerato la punta di diamante

Orsato è il miglior arbitro italiano in un sistema mediocre
Db Napoli 06/03/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Milan / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Daniele Orsato

Orsato è il miglior arbitro italiano in un sistema mediocre

Orsato è il miglior arbitro italiano in un sistema mediocre. Arbitra al di sopra della gara, con arroganza e presunzione, come se fosse su un piedistallo e si perde i pezzi. Gli arbitri italiani godono di eccessiva tutela, e vivono alla giornata, palesando scarsa qualità. Open Var, ad esempio, il programma di Dazn, non è un’apertura alla trasparenza arbitrale ma ne è la propaganda. È come quando si intervistano i politici solo dopo aver inviato loro le domande. Si apparecchia loro la tavola per poter esporre in totale serenità le proprie tesi senza contraddittorio. Rocchi e la sua squadra ne escono sempre confortati al massimo ammettono l’errore ma fornendo una serie di attenuanti e di alibi che lasciano più dubbi che conforto.

Piuttosto bisognerebbe chiedere ai vertici Aia se non hanno fallito visto che Orsato ha quarantotto anni (due in meno di Rocchi) e anziché rappresentare il passato, magari seduto in un salotto televisivo, è ancora considerato la punta di diamante di una classe di fischietti che sbanda ad ogni curva.

Da Di Bello a Massa, ad Ayroldi figlio d’arte, il padre ex fischietto e politico di Fratelli d’Italia. Oramai l’arbitraggio in Italia determina sempre di più le partite, è la terza squadra impazzita tra due che provano a giocare a calcio.

«Se ti hanno mandato quest’arbitro, sei spacciato» (Repubblica)

«Se ti hanno mandato questo arbitro, sei spacciato», è gola profonda anche tra i dirigenti. Lo ha scritto Repubblica in settimana, ha riportato la confessione di un dirigente di Serie A.

Il dirigente di una squadra che vuol restare anonimo confessa di ricevere a ogni designazione una telefonata da chi gli arbitri li conosce bene, e vuole metterlo sull’allerta: «Se ti hanno mandato questo arbitro, sei spacciato». Provate voi ad accettare serenamente un fischio contrario dopo un messaggio del genere. Anche tra gli addetti ai lavori circola il sospetto che qualcuno voglia avvelenare i pozzi. Il target sono ovviamente le elezioni dell’Associazione arbitri tra meno di un anno. Da una parte il partito di Duccio Baglioni e Alfredo Trentalange (ex presidente dimesso nel 2022 in seguito allo scandalo del procuratore arbitrale imputato per traffico di stupefacenti) punta a tornare in pista, magari per il tramite della delfina Katia Senesi. Dall’altro c’è chi vuol convincere il designatore Rocchi a lasciare l’incarico e candidarsi alla presidenza. Tutto questo influenza il rendimento degli arbitri. Che, tra il weekend e lunedì, ha toccato forse il punto più basso.

ilnapolista © riproduzione riservata