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Otto persone accusate di aver “ucciso” Maradona: al via il processo sulla morte del Pibe

Al tribunale di San Isidro comincia il processo per quella che secondo la Giustizia argentina è stata una morte “evitabile”

Otto persone accusate di aver “ucciso” Maradona: al via il processo sulla morte del Pibe
Db Johannesburg (Sud Africa) 27/06/2010 - mondiali Sud Africa 2010 / Argentina-Messico / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Diego Armando Maradona

Oltre 130mila audio. Con otto persone coinvolte, una serie di decisioni mediche e una morte, anzi LA morte, quella di Diego Armando Maradona. Comincia oggi al tribunale di San Isidro (provincia di Buenos Aires) il processo per quella che secondo la Giustizia argentina è stata una morte “evitabile”.

Oggi va in scena l’udienza chiave, scrive La Vanguardia, presso il Tribunale penale numero 3: la giustizia deve decidere quali prove possono essere prese in considerazione nel processo per il presunto reato di omicidio semplice commesso con frode. In Argentina questo reato prevede una pena dagli 8 ai 25 anni. Gli otto imputati sono il neurochirurgo Leopoldo Luque; la psichiatra Agustina Cosachov; lo psicologo Carlos Díaz; il medico che ha coordinato l’assistenza domiciliare di Maradona, Nancy Forlini; il coordinatore infermieristico, Mariano Perroni; l’infermiera Ricardo Omar Almirón; l’infermiera Dahiana Gisela Madrid e il medico clinico Pedro Di Spagna. Tutti legati alle cure sanitarie che la stella argentina doveva ricevere.

Il 18 aprile 2023 la Corte d’Appello e di Garanzia di San Isidro aveva respinto le richieste di annullamento del processo e di cambio di qualificazione giuridica del caso. Maradona è morto il 25 novembre 2020, appena 25 giorni dopo aver compiuto 60 anni, a causa – stabilì l’autopsia – di un “edema polmonare acuto secondario a insufficienza cardiaca cronica. Nel suo cuore fu stata scoperta anche una “cardiomiopatia dilatativa”.

Maradona soffriva di problemi di dipendenza da alcol, era stato ricoverato in una clinica di La Plata il 2 novembre 2020 a causa di anemia e disidratazione e, il giorno dopo, era stato trasferito in un sanatorio locale da Olivos, Buenos Aires, dove è stato operato per un ematoma subdurale. L’11 novembre 2020 fu stato dimesso dall’ospedale e trasferito in una casa in un quartiere privato alla periferia di Buenos Aires, dove morì.

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