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PAGELLE – Povero Raspadori vittima di tre allenatori. Calzona si è adeguato ai suoi predecessori

Viva Juan Jesus per il razzismo ma in campo è un disastro. Come Di Lorenzo e Rrahmani. Anguissa una delle maggiori delusioni di stagione

PAGELLE – Povero Raspadori vittima di tre allenatori. Calzona si è adeguato ai suoi predecessori
Ci Napoli 30/03/2024 - campionato di calcio serie A / Napoli-Atalanta / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: delusioni Napoli

Le pagelle di Napoli-Atalanta 0-3, a cura di Fabrizio d’Esposito

MERET – Altro che Pasqua, altro che risurrezione. In questo Sabato Santo il Napoli precipita ancora di più agli Inferi, condannato a morte dalle bizze del suo imperatore solingo e consumato da una senilità letale. Il giovane Meret si becca tre pappine, ne evita almeno altre tre – con l’ausilio di San Palo in avvio – e si cimenta finanche in uscite spericolate ed efficaci. Certo, sul primo gol ha qualche colpa, ma più che altro paga lo sgomento di vedere davanti a lui quattro giocatori dell’Atalanta fare quello che vogliono in un fazzoletto di terra – 6,5

DI LORENZO – Lo zero a uno dei nerazzurri in versione rosso pasquale stronca ogni indulgenza nei confronti della difesa (tanto per cambiare). Pasalic non sa neanche lui come riesce a dare quella pelota a Miranchuk e il Capitano che fu era lontano un miglio. Il resto è velleitarismo puro – 4

RRAHMANI – Nell’incredibile flipper della prima rete atalantina, il disponibile Amir fa da poggiamani a quel furbo spilungone di Scamacca. Ancora una partita disperata e disperante per l’ex gregario di Koulibaly e di Kim e che non è mai diventato un leader vincente – 4

JUAN JESUS – Giovannino Gesù avrà sempre il nostro sostegno e la nostra solidarietà per l’impari battaglia contro il razzismo in terra italica. Ma il giudizio sul campo è un’altra cosa e lui al primo gol assomma pure i disastri personali sul secondo e sul terzo – 3,5

MARIO RUI – Con Marittiello si completa la disamina dell’oscena prestazione della difesa azzurra. Sul primo gol avrebbe avuto bisogno di una scala per salire dove è arrivato Hateboer. E in fase di offesa viene risucchiato dal triste deserto lì a sinistra – 4,5

ANGUISSA – Ogni tanto si scuote dalla sua abulia consueta. Come dopo il 20’ quando serve una bella palla per Di Lorenzo e qualche minuto più tardi riparte dalla difesa. Fuochi fatui per lui, una delle maggiori delusioni di questa stagione sciagurata – 5

SIMEONE dal 75’. Ancora uno scampolo inutile da agnello sacrificale – senza voto

LOBOTKA – Gasperini e l’Atalanta insegnano e disegnano calcio e il Caro Lobo viene annichilito. Nella fase iniziale della ripresa un po’ si riprende ma è tutto il Napoli che non regge il ritmo degli avversari – 5

TRAORE’ – Non fa mai la cosa giusta. Imbarazzante – 4,5

ZIELINSKI dal 45’. Il Senatore partente dà un saggio della sua classe con quel sinistro che fa vibrare il palo. Peccato – 6

POLITANO – La sua impotenza irritante dà la misura di questo Napoli lento e depresso – 4,5

LINDSTROM dal 67’. Che onta quell’anticipo di Scalvini al 70’, mentre preparava il tiro. Un altro giocatore da oratorio, quello visto oggi – 4,5

OSIMHEN – Gioca una partita tutta sua contro Hien e Carnesecchi. Secondo molti ha la testa già altrove come il Senatore Piotr, e talvolta lo dimostra, ma è l’unico che combina qualcosa, che piaccia o no – 6

RASPADORI – Un altro esperimento fallito sulla sua pelle, lì a sinistra. Che pena vederlo annaspare nella stagione dei tre allenatori – 5

NGONGE dal 45’. La sua velocità iniziale è promettente ma il Napoli è un malato grave e lui al massimo è un integratore – 5

CALZONA – Calzona detto il Terzo alla fine si è adeguato ai suoi predecessori: Juan Jesus sempre titolare, idem Anguissa in queste condizioni, esperimenti su esperimenti ai danni di Raspadori. Almeno poteva soccombere in modo diverso. Dov’è la differenza rispetto al Violinista e all’Orologiaio Matto? – 3

ARBITRO PAIRETTO – Mi rifiuto di sparargli addosso per il match Scamacca-Rrahmani sul primo gol dell’Atalanta. In ogni caso ci tiene sempre ad apparire sicuro di sé.  il dramma dei figli d’arte – 5

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