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Pecchia è un nome per la panchina del Napoli, Benitez suo sponsor (Gazzetta)

Potrebbe arrivare in coppia col ds del Parma Pederzoli. Restano in lizza Italiano, Farioli, Palladino e il sogno Antonio Conte.

Pecchia è un nome per la panchina del Napoli, Benitez suo sponsor (Gazzetta)
Frosinone 09/04/2022 - campionato di calcio serie B / Frosinone-Cremonese / foto Image Sport nella foto: Fabio Pecchia

C’è anche Fabio Pecchia nel toto allenatori del Napoli. Ne scrive la Gazzetta dello Sport con Vincenzo D’Angelo. Il sogno resta sempre Antonio Conte.

Scrive la Gazzetta.

per il ruolo del direttore sportivo: da settimane rimbalza l’interesse del Napoli per Mauro Pederzoli, attuale d.s. del Parma. E chissà che il suo nome non possa essere legato anche al possibile nuovo tecnico, visto che anche Fabio Pecchia – guida degli emiliani – è entrato nella rosa dei possibili candidati per la panchina azzurra: un uomo che conosce l’ambiente benissimo, visto il passato da giocatore ma anche da allenatore in seconda, negli anni di Benitez. E proprio Rafa potrebbe essere il suo primo sponsor, in caso di consultazione. Il tecnico spagnolo è rimasto in ottimi rapporti con De Laurentiis e il presidente azzurro si fida molto del suo parere.

De Laurentiis continuerà a seguire con interesse la corsa del Parma, anche se Pecchia resta un’ipotesi tra diverse alternative: sul taccuino del presidente c’è sempre Vincenzo Italiano della Fiorentina, a cui avrebbe voluto affidare la panchina un anno fa, per il post Spalletti. Chissà che il matrimonio non possa andare in porto con qualche mese di ritardo. Resiste anche la pista Raffaele Palladino, che sembra aver chiuso il suo ciclo al Monza, così come la candidatura di Francesco Farioli del Nizza. Aurelio sa che non può più sbagliare, per questo vuole programmare con grande anticipo il futuro. Un altro anno così non è contemplabile.

Da tecnico della Cremonese, Pecchia parlò benissimo di Gaetano

Fabio Pecchia ex calciatore del Napoli ed ex collaboratore di Benitez agli azzurri, attuale allenatore della Cremonese che torna in Serie A dopo ventisei anni è stato intervistato da Radio Kiss Kiss Napoli.

«La promozione una bella storia, si lega a quella di Gigi Simoni a cui sono molto affezionato. Dopo ventisei anni si chiude un cerchio, sono veramente felice anche per questo. Sono arrivato l’anno scorso a gennaio e la squadra era terzultima, l’obiettivo quest’anno era mantenere la categoria. Soprattutto con l’arrivo del Cavaliere Arvedi il popolo grigiorosso era stato un po’ illuso che potesse provare a giocare per qualcosa, poi si trovava a sperare nella salvezza. L’obiettivo non era la promozione, c’erano squadre più pronte ed attrezzate. Siamo stati tra i giganti con un gruppo di calciatori di esperienza e ragazzi molto molto giovani. Alla fine l’abbiamo spuntata»

Sui giovani: Gaetano, Fagioli, Okoli, Carnesecchi…

«L’ambiente e lo spogliatoio hanno permesso a questi giovani di migliorare. Il merito va condiviso. Quando si vince coi giovani si dice che è coraggio, quando si perde si dice che è presunzione. Io credo che sia un metodo di lavoro nel complesso che ha pagato, e deve esserne orgoglioso tutto il club»

Tanti napoletani alla Cremonese.

«C’è anche Antonio Porta che ha fatto la storia nel settore giovanile del Napoli, negli anni belli. In alcuni momenti parlare lo stesso linguaggio aiuta. Anche la capacità di sdrammatizzare, di non creare troppa pressione in una squadra non abituata a giocare per certi obiettivi. Questo filo conduttore ha aiutato, certo»

Gaetano si è consacrato.

«Il miglioramento di Gianluca è sotto gli occhi di tutti. Quando sono arrivato l’anno scorso era in un momento particolare ma diede un gran contributo al raggiungimento dell’obiettivo. Quest’anno è arrivato dopo, aveva iniziato col Napoli. È stato un crescendo di consapevolezza e maturità arricchito da giocate di altissimo livello. Il gol che ha fatto con l’Alessandria, quello che ha fatto col Monza, sono gol di valore. Questi diciotto mesi gli hanno dato la possibilità di affrontare il suo futuro con la consapevolezza giusta per fare il grande salto. Tenerlo? Parlavo con Spalletti, per il quale faccio un grande tifo, già l’anno scorso. Quando hai giocatori non di proprietà devi tener conto di tante cose. Vale per Gaetano ma anche per Fagioli e Carnesecchi. Un po’ spero che rimanga qui, ma non dipende né dal sottoscritto né dal ragazzo, dipende da tante altre cose. Gli auguro il meglio. Dal punto di vista egoistico spero di poterlo ancora utilizzare»

Il ruolo di Gaetano.

«È un centrocampista, con qualità e con senso del gol. Definirlo in maniera dettagliata è complesso perché deve ancora completarsi. Ha grandi margini di miglioramento e la maturità per rendersi conto di ciò che ha bisogno, però è un centrocampista. Con qualità sotto porta, e non è cosa da poco»

La lettera di Benitez.

«Lo ringrazio. Con Rafa c’è un rapporto straordinario, di continuo confronto. Al di là del rapporto professionale c’è amicizia. È un allenatore di altissimo livello, continuo a vederlo come un riferimento straordinario. Lo sottolineo: fare quello che ha fatto Benitez in tre Paesi distinti non è semplice. È una cosa che viene sottovalutata. Noi allenatori facciamo fatica ad affermarci nel nostro Paese, Rafa l’ha fatto in Spagna, Inghilterra, Italia. È un top»

Spalletti.

«Tifo per il Napoli e tifo per Spalletti. Ha fatto una stagione straordinaria. Giocare per lo scudetto è stato importante, stare lì per dieci mesi non è stato casuale. Al di là di qualche scivolone che può capitare è stato un bel Napoli, una stagione di altissimo livello».

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