Al Corsera: «Le donne hanno una fibra incredibile, l’uomo non ammette di aver perso. I politici oggi sono tanto in tv e poco nella vita»

Renato Zero: «uscivo da casa, truccato e con le piume. Ho accumulato insulti irripetibili».
Intervista al Corriere della Sera, a firma Sandra Cesarale.
«Il successo è una bestia feroce. O lo tieni a bada o fa disastri. Non mi ci sono mai abituato. I miei 73 anni mi sembrano un boato, ma non si finisce mai di conoscere e non si inventa mai abbastanza».
Lei alla Montagnola ed Elodie al Quartaccio: siete cresciuti nella periferia romana.
«Per me anni complessi ma di formazione. È stato l’unico momento in cui mi prendeva l’inquietudine: quando uscivo da casa, truccato e con le piume, e speravo di tornarci sano. Ho accumulato insulti irripetibili, forse li racchiuderò in un libro. Ma le difficoltà danno coraggio. Poi è arrivato l’armistizio, la gente ha capito che la mia era una sfida con me stesso e contro i tabù».
Mamma Ada, un esempio.
Renato Zero: «Quando penso a lei mi vengono in mente la sua devozione verso mio padre, il sacrificio di salire la scalinata di Trinità dei Monti tre volte al giorno: per portare i figli a scuola dalle suore francesi del Sacro Cuore, consegnarci il pranzo nel cesto di vimini e venirci a riprendere. E lavorava pure in ospedale, al Santo Spirito. Si dice: le donne di una volta avevano una fibra incredibile. Ce l’hanno pure oggi, solo che l’uomo non ammette di avere perso».
Cosa le manca?
«Non ci sono più i luoghi dove il dialogo è favorito. C’è una leggerezza e un degrado che fanno paura».
Di chi è la colpa?
Renato Zero: «Montecitorio è lontano dalla vita del Paese. C’è una distanza abissale fra un politico e l’alzata alle 5 di un muratore. Ricordo Berlinguer, Almirante, Andreotti andare nelle periferie per ascoltare le voci più esili. Ora i politici li vedo molto in tv e poco nella vita».
A Rino Gaetano regalò un cappello per Sanremo.
«Diceva che il suo cilindro di feltro era troppo pesante, così gli portai da casa una tuba nera. Leggerissima. Rino è stato per me una prospettiva mancata. Quando uscivamo insieme era pieno di verve, un vulcano. Qualcuno dei nostri amici mi avvertì: Rino ha un equilibrio labile. Andandosene via all’improvviso mi ha tolto l’opportunità di aiutarlo e questo mi ha ferito».