Alla Gazzetta: «Non sono riuscito a parlargli perché si allenava e non volevo disturbarlo. Vivo il successo molto tranquillamente»
Sinner intervistato dalla Gazzetta dopo l’incontro con la Nazionale italiana di calcio che questa sera alle 22 affronta il Venezuela in amichevole.
Dice Sinner:
«Volevo davvero conoscere Spalletti e gli azzurri. È stato bello, io e il c.t. abbiamo capito di venire da famiglie molto, molto normali. E non siamo cambiati con il successo».
Bello l’abbraccio con Spalletti.
Sinner: «Ci somigliamo. Siamo riusciti, almeno io ci sto provando, a fare una cosa bella, che non è vincere o perdere, ma appassionare gente nuova, ragazzi, adulti. E non soltanto con i successi, ma con la normalità. Nel tennis sta succedendo da un po’: Fabio (Fognini ndr) ha vinto a Montecarlo, Berrettini in finale a Wimbledon, io ho fatto il mio. Sta arrivando tutto in modo normale».
Cos’è la normalità?
«Io sono uno che vive il successo molto tranquillamente. Se perdo, il giorno dopo mi vado ad allenare. Se vinco, il giorno dopo… mi vado ad allenare. Il punto di vista cambia relativamente poco. Spalletti è molto simile».
Spalletti ha usato spesso la metafora Sinner per chiedere il massimo ai suoi.
«Sì, mi ricordo, ho sentito quando lo diceva l’anno scorso. Chiesa non lo conosco personalmente, ma Spalletti sì e il paragone con lui mi fa piacere. Non sono riuscito a parlargli perché si allenava e non volevo disturbarlo. Sono stato a lungo con Buffon».
Pressione dopo la sconfitta di Indian Wells?
«Ma no (sorride, ndr), è soltanto un match perso, succede. Ogni torneo offre una nuova opportunità cominciando da Miami. A Indian Wells c’è stato qualche momento difficile, importante la sconfitta sia arrivata in semifinale».
La Vanguardia su Sinner (e Alcaraz) dopo Indian Wells
“Questo Carlos Alcaraz (20) sta diventando grande grande, migliorando nel movimento, superando l’esitazione, gestendosi con discrezione e ampliando il suo pacchetto tecnico. Il tempo passa e il mondo del tennis si arrende ai suoi piedi“.
Anche Sinner deve migliorare se vuole stare al suo passo, “deve fare un passo avanti, l’italiano che sta progredendo a poco a poco, più lentamente del murciano, perché la sua combustione è lenta. I membri della Next Gen, Zverev, Auger-Aliassime e Medvedev, l’ultima vittima dei Murciani, si sono arresi ieri sera a Indian Wells“.
Come era successo nel 2023, come era successo anche prima di Medvedev, il deserto californiano cade nelle mani di Alcaraz: 7-6 (5) e 6-1.