I tifosi gli hanno affibbiato la poco piacevole etichetta di traditore. Ma ha solo consentito al club di trovare un allenatore
Il “pentito” Martusciello. Che fine ha fatto adesso che non c’è più bisogno di lui. La Lazio ha provato a trattenerlo, come dirigente. Lui ha rifiutato. I tifosi della Lazio stavano già pensando a una trasposizione cinematografica delle ultime settimane passate dalla squadra. Attore protagonista Pierfrancesco Favino. Chi se non lui.
Martusciello è l’eroe che la Lazio merita, ma non quello di cui ha bisogno adesso
La trama è presto fatta. Una squadra che passa dal trionfo in Champions contro la corazzata Bayern Monaco agli inferi più bassi con la sconfitta contro l’Udinese. Poi le dimissioni del Comandante, simbolo di lazialità. Quello di Sarri è stato un gesto estremo, l’ultima scossa per permettere a un gruppo di rialzarsi e di non avere alibi. Stacco. Il primo piano di Martusciello. L’elemento inatteso. Il secondo di Sarri, compagno di mille battaglie, non segue il suo mentore per rimanere alla Lazio.
Però la realtà, come sempre più spesso accade, è diversa da quella dipinta dai tifosi. Ieri il Messaggero riportava del rifiuto di Martusciello di rimanere alla Lazio come dirigente. La proposta è arrivata direttamente dal ds Fabiani. Secco il “no” dell’ex secondo di Sarri.
Lui spera di ritornare al fianco di Mau. Tuttavia sarà difficile far digerire la vicenda al resto dello staff tecnico. Oggi il Giornale sottolinea invece il bel gesto di Martusciello. Favino alla fine non è il cattivo del film, ma l’eroe.
Non ha più una panchina ma almeno dategli uno spot (Giornale)
Il Giornale scrive di una storia da libro cuore:
“Però pensate a Giovanni Martusciello, vice del dimissionario Sarri, che resta alla Lazio qualche giorno per dar tempo alla società di trovare un nuovo tecnico e ai giocatori di dimostrare di non aver tradito. La squadra vince, la società gli offre un nuovo lavoro da dirigente, ma lui rifiuta a posto e contratto: «Torno a Ischia, la mia vita è il campo. E aspetto che Maurizio mi chiami di nuovo». Non ha più una panchina, ma almeno dategli uno spot“.