“Come veri centrocampisti ci sono rimasti solo Fermín e Gündogan. Ti diverti poco e soffri molto. È normale, è il Barça”
“Domani sicuramente faremo qualche cambiamento rispetto all’altro giorno. Dobbiamo pensare al giocatore, non perché martedì c’è la Champions. Pensiamo alla stanchezza, all’accumulo di minuti… non a martedì perché è una partita importante, ma pensare al calciatore in modo che tutti i giocatori siano disponibili in questo periodo e fino alla fine della stagione”. Xavi non può non pensarci, al Napoli. Però ovviamente si nasconde un po’, prima ha il Maiorca in campionato. E ha anche il dovere di tenere in piedi la Liga: “Si può ancora vincere”, dice.
Il problema del Barcellona è ovviamente a centrocampo: “Adesso non c’è più molto da scegliere al centro del campo. Come centrocampisti praticamente naturali abbiamo solo Fermín e Gündogan. Dobbiamo reinventare i giocatori, come abbiamo già fatto con Christensen, che secondo me sta andando molto bene. Possiamo riadattare Joao Félix, Ferran, Raphinha, Sergi Roberto… ma non sono centrocampisti tipici”.
E cambiare sistema di gioco? “No, il sistema si può cambiare ma il modello è molto difficile da cambiare, perché uno crede nel modello. Penso che dovremmo attaccare, essere offensivi… ma il sistema può variare. Mai il modello. Purtroppo l’idea che avevamo a inizio stagione con Pedri, Gavi, Frenkie… non hanno mai potuto giocare insieme“.
“Penso che la Liga non sia ancora perduta. E quindi non possiamo cambiare il chip e pensare alla Champions League, da adesso. La pressione economica di andare avanti? Il Barça ti mette sempre pressione. Immagina la massima pressione che hai sperimentato nella vita, perché è così che ci si sente ad allenare il Barça ogni giorno. Ti diverti poco e soffri molto. È normale, è il Barça“.