Torna a suonare a Roma per il concerto del 1 maggio: «Ci sono stato poco più che adolescente, ho fatto il facchino. Non dimentico che è la Festa dei Lavoratori»
Il Corriere della Sera intervista oggi Achille Lauro che torna a suonare a Roma per il Concerto del 1 maggio. L’artista parla anche dei mesi che ha passato in America tra New York e Los Angeles dove ha incontrato i produttori di Drake e Kanye West, fotografi, creativi e si è confrontato con un mercato che non lo conosce.
Negli Usa ha incontrato anche Tiziano Ferro, Vasco Rossi, Jovanotti.«Ho avuto la fortuna di passare serate con grandi artisti. Sì, abbiamo parlato di canzoni, però a me interessa creare un rapporto. Sono stato a casa di Vasco a Los Angeles, è stato bellissimo, un film. Tra di noi ci sono dei punti di incontro che vanno oltre la musica».
Quali?
«Siamo imprevedibili, fuori controllo, ce ne freghiamo delle aspettative della gente».
E Jovanotti?
«Come Vasco, è un grande comunicatore. Le sue scelte sono innovative, come il Jova Beach Party. Ha creato intorno a sé una specie di tribù che vive tutto l’evento, non solo le canzoni. È lo sciamano del suo villaggio».
Torna a suonare a Roma al Concertone dove ha già suonato nel 2018 e 2019, ma non solo, c’è anche andato poco più che adolescente per smontare il palco.
«Vero, ho fatto il facchino. Non dimentico che è la Festa dei Lavoratori. Per me è una questione seria perché vengo da un mondo dove la gente si spacca la schiena e deve far valere i propri diritti. Su quel palco non ci vado per farmi vedere, ma per portare un messaggio».