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Allegri non lo cambi, non vi è spazio in lui per l’estetica di base (Zazzaroni)

Lui sa di poterle vincere solo così le partite, quando non dispone di campioni, quando la qualità è quella che è.

Allegri non lo cambi, non vi è spazio in lui per l’estetica di base (Zazzaroni)
Juventus' Italian coach Massimiliano Allegri is pictured before the Italian Serie A football match between Juventus and Napoli, at The Allianz Stadium, in Turin on December 8, 2023. (Photo by Marco BERTORELLO / AFP)

Allegri non lo cambi, non vi è spazio in lui per l’estetica di base. Lo scrive Ivan Zazzaroni direttore del Corriere dello Sport dopo la vittoria per 2-0 della Juventus sulla Lazio nella semifinale d’andata di Coppa Italia.

Scrive Zazzaroni:

Allegri non lo cambi. Puoi criticarlo, tentare di demolirlo, offenderlo anche, dargli del bollito, del superato, lui come il suo calcio, ma nessuno è in grado di scalfirne le certezze, una solidità che è frutto delle esperienze. Lui sa di poterle vincere solo così le partite, quando non dispone di campioni, quando la qualità è quella che è. Per questo cerca con insistenza l’equilibrio, prova a subire il meno possibile e a sfruttare le poche occasioni o i vuoti dell’avversario. Non vi è spazio in lui per l’estetica di base, che affida alle giocate dei singoli: contano la concretezza e il risultato finale. Il più grande e generoso perdonatore del calcio.

È ampiamente dimostrato che da quasi tre anni Max non si fidi delle capacità di recupero dei suoi e che tenda a concedere pochissime ripartenze agli avversari. Così facendo, però, può lasciare come è successo ieri – alla Lazio la possibilità di ragionare e manovrare. Fino ai sedici metri però.

Allegri a The Athletic

Oggi The Athletic ha analizzato la situazione della Juventus, rilevando come la squadra allenata da Allegri adesso dia più opportunità ai giovani della Primavera. Il caso emblematico è Miretti. A conferma di ciò poi, il quotidiano ha anche parlato con Allegri che ha confermato la strategia “green” del club. Tuttavia le critiche ci sono comunque e il peccato di Allegri è quello di non aver vinto ancora un trofeo da quando è tornato a Torino.

Da questo punti di vista il tecnico della Juve ripete come una filastrocca la straordinaria cavalcata dei nove scudetti consecutivi. Cinque di questi la Juve li ha vinti sotto la sua guida tecnica. Completano la cavalcata Conte e Sarri.

Precisa (ancora una volta) che con i giovani non si vince

A The Athletic, Allegri dice che l’obiettivo del club, da quando è tornato, è quello di valorizzare i giovani e che i nove scudetti sono stati un’eccezione storica. Chissà perché continua a ripeterlo…

«Quando sono tornato mi è stato chiesto di ringiovanire la squadra. L’obiettivo era far emergere tre giocatori della Next Gen ogni anno, ridurre il costo degli stipendi e rendere la squadra sostenibile pur rimanendo competitiva. Dobbiamo adattarci e capire che i nove scudetti consecutivi sono stati una cosa straordinaria. Non succederà più in Serie A. Ci sono state solo due volte simili nella storia della Juventus, i cinque anni consecutivi sotto Carlo Carcano e Carlo Bigatto negli anni ’30 e i nove consecutivi dal 2012 al 2020. Al di là di questo, la Juventus ha vinto al massimo due volte consecutive, poi una dopo tre anni, come hanno fatto anche altri club. I nove di fila hanno distorto le percezioni perché la realtà è diversa».

«I nove scudetti hanno drogato la realtà. La Juve non ne aveva mai vinto tre di seguito»

La stessa identica cosa, Allegri la disse durante la conferenza stampa prima della partita contro il Frosinone, dopo due sconfitte (contro Inter e Udinese) e un pareggio.

Allegri ha lanciato tanti giovani. Ha ancora la voglia di allenare per benino la Juventus?

«L’entusiasmo c’è sempre, allenare è passione e amore, soprattutto nella Juventus. Ho molta più responsabilità, abbiamo iniziato un progetto da quando sono tornato, con la società prima con il presidente Agnelli ora con Giuntoli e Scanavino. Poi è normale che quando sei alla Juve devi cercare di vincere, ma tutti abbiamo l’ambizione di vincere e tutti facciamo il massimo. Poi ci sono anche le avversarie. L’altro giorno ho guardato dei dati. In 38 scudetti totali, la Juve non ha mai vinto due scudetti di seguito, tranne i nove di seguito.

I nove scudetti hanno un po’ drogato la realtà delle cose. Tre scudetti di fila non li ha mai vinti la Juve, perché è normale. La cose straordinaria sono stati i nove anni. Siamo in un momento di costruzione, quest0anno vogliamo portare a casa la Coppa Italia e poi dobbiamo ritornare in Champions. Detto questo, quello che conta è la partita di domani. Contano i tre punti per riprendere il cammino. Su questo bisogna continuare, per arrivare in Champions servono minimo 70 punti. Questo passaggio a vuoto può essere utile per la crescita di questa squadra».

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