ilNapolista

Bruno Conti: «Dopo la vittoria col Brasile buttammo Berzot in piscina con tutte le sue pipe» (Corsera)

«Ad ogni abbraccio in campo, Maradona mi sussurrava nell’orecchio di andare a Napoli. C’era grande stima e rispetto»

Bruno Conti: «Dopo la vittoria col Brasile buttammo Berzot in piscina con tutte le sue pipe» (Corsera)
Bildnummer: 05116354 Datum: 17.06.1986 Copyright: imago/WEREK Nationaltrainer Enzo Bearzot und Bruno Conti (beide Italien); Vdia, quer, Einmarsch, einlaufen, auflaufen WM 1986, L‰nderspiel, Nationalteam, Nationaltrikot Mexiko City Fuflball WM Herren Mannschaft Gruppenbild Randmotiv Personen Image number 05116354 date 17 06 1986 Copyright imago WEREK National coach Enzo Bearzot and Bruno Conti both Italy Vdia horizontal Invasion Arrive accumulating World Cup 1986 international match National team National jersey Mexico City Football World Cup men Team Group photo Rand motive Human Beings

IL Corriere della Sera intervista oggi Bruno Conti. Il suo esordio in Serie A 50 anni fa. Dopo l’addio al calcio ha continuato a lavorare con la sua Roma e con i ragazzi

Se oggi deve spiegare a un ragazzino che cos’è il professionismo, che parole usa?

«Il problema è spiegarlo ai suoi genitori. Noi siamo cresciuti in strada, pensando solo a divertirci. Oggi se a 11 anni un bambino viene selezionato c’è un’esasperazione incredibile, si pensa solo al risultato, a litigare e a sovrastare gli altri, invece di far capire poche cose, ma con chiarezza».

Quali?

«L’importanza della scuola, prima di tutto. Poi che il calcio e lo sport vanno vissuti come divertimento. Se uno è bravo, arriva. Io sono stato bocciato a diversi provini, ma non mi pesava e il giorno dopo ero a giocare con gli amici».

Ricorda il suo primo provino con Helenio Herrera.

«Scrisse che ero bravo tecnicamente ma che fisicamente non potevo giocare a calcio. Non fu l’unico a dirlo, ma non ho mai mollato. E come dico sempre ai più giovani, ho sempre pensato a divertirmi»

E i Mondiali dell’82 e quando cercarono di annegare Bearzot

«Era sempre cupo e triste dopo le prime tre partite. Ma dopo la vittoria sul Brasile io e Graziani lo abbiamo buttato in piscina con la tuta e il borsello delle pipe: non sapeva nuotare e ci siamo dovuti tuffare in tanti per soccorrerlo»

Lei è anche il responsabile della colonna sonora di quella spedizione, giusto?

«Presi in prestito da Cabrini la cassetta di Battiato e cuccurrucucù paloma la ascoltavo in continuazione: l’ho messa sul mangianastri del pullman ed è diventata la nostra musica».

Maradona le faceva una corte così serrata?

«Ad ogni abbraccio in campo, Diego mi sussurrava nell’orecchio di andare a Napoli. C’era grande stima e rispetto, venne a Trigoria a trovarmi quando allenavo. Oltre al calciatore c’era un uomo fantastico, buono nell’anima».

ilnapolista © riproduzione riservata