A Sky Sport: «La classifica riflette il lavoro che si svolge quotidianamente. Jannik è giovane, ha 22 anni, può ancora migliorare molto».
Darren Cahill, coach di Jannik Sinner, intervistato a Sky Sport.
Cahill, il coach di Sinner: «I grandi campioni sono resilienti»
Sul percorso di Sinner al Master 1000 di Miami:
«Allenarsi vuol dire imparare, per migliorare sempre di più. Questo è un aspetto su cui io, Simone, Marcel, Umberto, Giacomo e Andrea lavoriamo tutti insieme. Parliamo spesso di elementi legati allo stile di gioco di Jannik sui quali lui può migliorare come tennista e lui contribuisce alla discussione, perché alla fine è lui che scende in campo e che applica quello su cui si lavora in allenamento. Per questo motivo è necessario che lui creda in quello su cui lavora. Come squadra ci concentriamo sull’aiutarlo a migliorare come tennista e allenarsi serve esattamente a questo. Jannik è stato fantastico nel modo in cui ha gestito questa transizione: ama giocare a Miami. Pensando a quanto già ha ottenuto nel 2024, è importante per noi che abbia sempre energia durante le partite e lui sta portando avanti un lavoro meraviglioso».
Sul ranking:
«So che i tifosi e giornalisti si concentrano sul ranking, ma noi non ne abbiamo mai parlato. Per me la classifica riflette il lavoro che si svolge quotidianamente. Jannik è giovane, ha 22 anni: ho fiducia che riuscirà a raggiungere tutti i suoi obiettivi e a realizzare tutti i suoi sogni. A dire il vero questo è già avvenuto agli Australian Open, ma penso che lui possa ancora migliorare molto, giorno dopo giorno e questo gli permetterà di vivere momenti ancora più belli. L’unico numero di cui abbiamo mai parlato è quello legato alla qualificazione per le Atp Finals, che vuol dire rimanere con continuità nella top 8 della classifica mondiale. Finire l’anno tra i primi otto giocatori al mondo e giocare nel Master di fine anno è un obiettivo di qualsiasi tennista ed è un traguardo speciale per tutti. Questo è l’unico numero sul quale ci siamo mai concentrati, l’unico che ci spinge a dare il massimo».
Sul servizio del tennista:
«Nell’ultimo anno insieme Simone e io abbiamo parlato molto di come intervenire sul servizio di Jannik e abbiamo concordato sul fatto che il servizio con movimento in “step up” gli dà più vantaggi soprattutto nel preparare il colpo. Non pensavamo di avere una finestra per lavorare sul cambio di movimento al servizio fino alla fine del 2023, ma dopo la dolorosa sconfitta al secondo turno del Roland Garros abbiamo pensato di sfruttare la delusione come opportunità per tirare fuori qualcosa di buono. Jannik ha imparato molto da quel momento e da tutti i tornei di preparazione al Roland Garros di un anno fa. Quella sconfitta ci ha dato due settimane aggiuntive per sistemare dettagli al suo gioco e in quel momento abbiamo deciso di cambiare il suo movimento al servizio. Sapevamo che ne avrebbe tratto vantaggio per il modo in cui serve e per la sua altezza ed è stato effettivamente così. In realtà penso che il suo servizio possa ulteriormente migliorare, ma sicuramente questo è uno tra gli aspetti in cui è salito maggiormente di livello».
Le gare sulla terra rossa
«Penso che il suo tennis possa essere fantastico sulla terra rossa. Ha tutte le caratteristiche adatte: si muove benissimo sulla superficie, riesce a generare grande potenza da fondocampo, è migliorato molto al servizio e soprattutto sa chiudere i punti a rete. In questo lui è un po’ come Rafa. Penso che Jannik abbia un gioco che si adatta bene alla terra rossa. I suoi risultati negli ultimi due anni sono arrivati di più sul cemento veloce e sull’erba, ma penso che raccoglierà altrettanto anche sulla terra rossa in futuro».
«Tutti i grandi campioni si somigliano molto tra di loro: sono resilienti, imparano dalle sconfitte più dolorose trovando dentro di sé la volontà di rialzarsi e rimettersi a lavorare per migliorarsi; credono molto in se stessi, la loro etica del lavoro è speciale e viene prima di tutto e non smettono di impegnarsi anche nelle giornate peggiori, hanno il giusto atteggiamento in campo. Ne abbiamo parlato molte volte anche con Jannik: bisogna sapersi circondare di belle persone. Non mi riferisco soltanto alla nostra squadra, ma anche agli amici, ai genitori, alle persone che gli stanno vicino. Le belle persone aiutano a tenere i piedi per terra e a rimanere umili. E vi posso assicurare che il Sinner che vedete voi giornalisti è lo stesso ragazzo anche in privato».
Il tennis italiano
«Il tennis italiano al momento sta vivendo un periodo speciale. In passato l’Italia è stata rappresentata da tenniste straordinarie e ci sono ancora ottime tenniste come Jasmine Paolini che sta ottenendo grandi risultati. Al maschile, Berrettini è stato un apripista e adesso sta cercando di tornare ad alti livelli. In più ci sono Musetti, Sonego, Arnaldi e ovviamente Sinner. Questo gruppo di tennisti sta ottenendo risultati incredibili. In più i ragazzi sono amici tra di loro e si stimolano a vicenda e questo crea un ambiente positivo nel team Italia, sia al maschile che al femminile. Adesso la vostra sfida sarà riuscire a massimizzare questo potenziale e assicurarsi che ognuno di loro ottenga il massimo dalla sua carriera, cosicchè, guardandosi indietro, possa dire: ho raggiunto tutti i traguardi che mi ero prefissato, che sia arrivare al terzo o al ventesimo posto nel ranking o anche soltanto entrare in top 100o».