ilNapolista

Carlo Conti: «Ho trasferito la famiglia a Firenze quando mio figlio mi chiese se poteva tifare Roma»

Al Corsera: «Il calciatore di sempre è Picchio De Sisti, n. 10 del secondo scudetto. L’allenatore Pioli, perché ha saputo gestire lo spogliatoio dopo la morte di Astori»

Carlo Conti: «Ho trasferito la famiglia a Firenze quando mio figlio mi chiese se poteva tifare Roma»

Il Corriere della Sera intervista Carlo Conti, presentatore di successo di programmi come  «In bocca al lupo!» e «Domenica in», che il 3 maggio presenterà di nuovo la serata dei David di Donatello, accanto ad Alessia Marcuzzi. Nell’intervista parla del suo storico tifo per la Fiorentina e di come ha educato il figlio

Carlo Conti e la Fiorentina

Ha già portato suo figlio Matteo allo stadio?

«Di più! Ho trasferito la famiglia a Firenze quando, uscendo dall’asilo, mi chiese se poteva tifare un po’ anche la Roma».

Il calciatore di sempre?

«Picchio De Sisti, n. 10 del secondo scudetto, nel ‘69».

L’allenatore?«Pioli. Perché ha saputo gestire lo spogliatoio dopo la morte di Astori, facendo lo psicologo e l’amico».

Il prossimo scudetto?

«Ci basta il bel gioco. Anche perché il calcio lo abbiamo inventato noi fiorentini».

Poi sull’addio si Amadeus e Sanremo

Chiederà l’aumento, dopo la dipartita di Amadeus?

«Non funziona così. Ma sono contento. Nel 2025 compio 40 anni in Rai. Per me a ogni rinnovo è importante che oltre al pilota ci sia la macchina. Finora hanno creduto in me. Poi, mai dire mai: di doman non c’è certezza».

Ha condotto Sanremo 2015-16-17. Non sarebbe bello un altro triplete: 2025-26-27?

«Non so se ho ancora l’orecchio musicale giusto».

Non è che la spaventa quel 74,1 per cento di share monstre raggiunto da Amadeus?

«Ma io non potrei mai replicarlo, non arriverei alle 2 di notte (ride, ndr)! Amadeus ha fatto un grande lavoro, ma non si può ragionare sui precedenti, altrimenti dopo Baudo non lo avrebbe dovuto fare più nessuno».

ilnapolista © riproduzione riservata