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Dargen D’Amico: «In Rai vige la regola dell’amico più forte, mancano chiarezza e trasparenza»

A Repubblica: «Noi stiamo all’ombra ed è difficile prendere un’iniziativa che comporti dei rischi. Il problema è anche la debolezza dei canali nazionali».

Dargen D’Amico: «In Rai vige la regola dell’amico più forte, mancano chiarezza e trasparenza»
Db Milano 24/10/2023 - photocall trasmissione Tv 'X-Factor' / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Dargen D’amico-Morgan-Fedez-Ambra Angiolini

Il cantautore Dargen D’Amico ha rilasciato un’intervista a Repubblica dopo quanto accaduto a Sanremo e Domenica In, dove ha cercato di trasmettere messaggi pro pace, poi culminati nelle critiche da parte della Rai.

L’intervista a Dargen D’Amico

Tra Sanremo e Domenica In è stato un anticipatore degli eventi di questi ultimi giorni, culminati nel caso Scurati. Che idea si è fatto?

«Non riesco a pensarlo come un problema serio. Mi spiego: i termini e contesti in cui si sviluppano certi incidenti sembrano sempre improvvisati. In queste cose però toccheranno però le vite di tante persone che lavorano in Rai. Il problema è la debolezza che iniziano ad avere i canali nazionali. Ci manca forse la chiarezza delle intenzioni sul perché certi messaggi vengano oscurati: il tentativo di soffocarli ottiene l’effetto opposto. Su Scurati si parla di problema economico, ma non capisco la motivazione effettiva, mancano serietà e trasparenza».

A Sanremo aveva detto «Cessate il fuoco. La storia e Dio non accettano scena muta»…

«Penso che poco sia cambiato. Il silenzio resta legato a interessi economici e strategici ancora da dichiarare. Vige la regola dell’amico più forte, noi stiamo all’ombra, è difficile prendere un’iniziativa che comporti dei rischi».

A un certo punto della sua carriera ha confessato di aver pensato di smettere…

«Negli ultimi dieci anni ci son stati sommovimenti nel mondo della musica con scosse produttive e di ascolto. Il mio progetto apparteneva a un’epoca diversa, c’era meno attenzione all’iconicità e alla promozione. Complice anche lo scoppio della pandemia».

Come si trova ora in questa fase di produzioni musicali convulse e piattaforme?

«C’è forte incremento di proposte, ogni venerdì deve uscire qualcosa, diventa una pesca miracolosa. C’è tanta produttività ma non è chiaro ciò che si produce. Possiamo illuderci di governare la tecnologia, ma tanto prenderà sempre la strada peggiore».

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