Elkann e Agnelli, la Procura cerca altri fondi all’estero e possibili pagamenti in nero al personale (Il Fatto)
Lunedì si svolgeranno gli “accertamenti irripetibili”, il gip ha respinto la richiesta di Elkann affinché tale adempimento si svolgesse in sua presenza

Stellantis Italian Chairman John Elkann attends the presentation of the exhibition ìDrive Differentî at the ìMuseo Nazionale dell'Automobileî (The National Automobile Museum) in Turin on November 23, 2023. (Photo by MARCO BERTORELLO / AFP)
Elkann e Agnelli, la Procura di Torino vuole indagare anche su possibili pagamenti in nero al personale. Lo scrive il Fatto quotidiano.
Scrive il Fatto:
La Procura vuole accertare se esistano altri capitali creati all’estero da Gianni Agnelli, poi trasferiti alla vedova e infine ai nipoti.
Sono ancora i giudici del Riesame a sottolineare questa nuovo fronte d’indagine: “Oggi sufficientemente riscontrato dalle annotazioni della Guardia di Finanza, secondo cui tutti i familiari… e quindi anche la Caracciolo, il defunto marito e i nipoti, forse anche l’esponente stessa (Margherita, ndr) fossero adusi a movimentare cospicue liquidità in paradisi fiscali”.
Lunedì si svolgeranno gli “accertamenti irripetibili”: la procedura con la quale si provvede a estrarre dai dispositivi copia di tutto ciò che l’accusa giudica importante. Il giudice per le indagini preliminari, invece, ha respinto la richiesta dei legali degli Elkann affinché tale adempimento si svolgesse in sua presenza. Tutti gli eventuali patrimoni scoperti ricadrebbero nella massa ereditaria italiana di Marella, con un calcolo della tassa di successione evasa che potrebbe raggiungere cifre molto ingenti, soprattutto se inglobasse le quote della società “Dicembre” (un’altra vicenda sulla quale il Riesame indica la necessità di indagare) che oggi consente a John e ai fratelli il controllo dell’impero Agnelli.
Durante la discussione davanti al Riesame, infine, i pm hanno riferito di voler indagare anche sulla possibilità di pagamenti “forfettari” (o in nero?, ndr) al personale e su quanti, tra gli indagati, ne fossero a conoscenza.
Nelle caldaie di casa Elkann trovati i documenti delle assunzioni fittizie della servitù di Marella Agnelli
Nelle caldaie di casa Elkann trovati i documenti delle assunzioni fittizie della servitù di Marella Agnelli. Lo riporta il quotidiano Il Messaggero che dedica una pagina
all’inchiesta della Procura di Torino che vede indagati per truffa ai danni dello Stato tutti e tre i fratelli Elkann.
Tutto ruota attorno alla cittadinanza di Marella Caracciolo vedova Agnelli. I fratelli Ellkann l’hanno fatta figurare dal punto di vista fiscale come cittadina svizzera ma la Procura (su denuncia della figlia Margherita) è convinta del contrario.
Scrive Il Messaggero:
E ora a franare è l’assetto della società Dicembre, “cassaforte” della famiglia Agnelli e controllante, attraverso plurimi passaggi societari, la stessa Exor. Nell’ultima annotazione del Nucleo di polizia economica e finanziaria torinese che sta conducendo le indagini, redatta lo scorso 5 marzo, si spiega chiaramente che «le cessioni di quote avvenute tra Marella Caracciolo e i nipoti indagati paiono rivestire carattere di atti simulati, non essendo ad oggi stata acquisita prova del pagamento del prezzo ed emergendo anche profili di apocrifia delle firme dei documenti indicati». «Tali opacità – si legge nell’ultimo decreto di sequestro firmato il 6 marzo dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dal sostituto Giulia Marchetti – si aggiungono a quelle relative al titolo giuridico di possesso delle quote in questione da parte di Marella».
C’è poi la vicenda delle assunzioni formali da parte di John Elkann delle persone che lavoravano al servizio di Marella Agnelli.
Per realizzare «la strategia evasiva», secondo la Procura subalpina, John Elkann avrebbe assunto formalmente i dipendenti delle residenze di Villa Fresco, Villa To e Villar Perosa che «assistevano di fatto Marella Caracciolo». Nel locale caldaie dell’abitazione del pupillo di Gianni Agnelli, prescelto come suo erede “al trono della Fiat”, i militari del nucleo economico finanziario di Torino hanno trovato durante le perquisizioni una ventina di faldoni con i documenti di «domestici, cuochi, autisti, governante, guardarobiera, maggiordomi».
L’assunto degli inquirenti secondo cui Elkann avrebbe fatto figurare che lavoravano per lui, «al fine di non compromettere la
possibilità che la defunta nonna fosse effettivamente residente in Svizzera», «appare largamente confermato dalle dichiarazioni» degli ex dipendenti sentiti come testimoni.
Tra di loro c’è anche Carla Cantamessa, che si occupava della gestione amministrativa delle abitazioni riconducibili alla famiglia Angelli-Elkann. Tra il materiale che le è stato sequestrato ci sono anche documenti sui «giardinieri dismessi dal 2020», ossia dopo la morte di Marella Caracciolo.