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Fassino fa scattare l’allarme a Fiumicino: aveva il profumo in tasca, denunciato per tentato furto (Il Fatto)

«L’ho solo appoggiato nella giacca», sarebbe stato distratto da una telefonata. I vigilantes sono stati inflessibili. Episodio rivisto alle telecamere (come il Var)

Fassino fa scattare l’allarme a Fiumicino: aveva il profumo in tasca, denunciato per tentato furto (Il Fatto)
Db Milano 19/07/2017 - Festa de L'Unita' / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Piero Fassino

Fassino fa scattare l’allarme a Fiumicino: aveva il profumo in tasca, denunciato per tentato furto. Lo racconta Il Fatto quotidiano che apre il giornale con questa vicenda.

Scrive il quotidiano diretto da Marco Travaglio (l’articolo è firmato da Vincenzo Bisbiglia):

Un profumo da 100 euro “appoggiato” nella tasca del giaccone, l’allarme antitaccheggio che suona, il vigilante che si avvicina, il tentativo di spiegazioni e, alla fine, il caso “chiuso” – si fa per dire – con una denuncia sul groppone per tentato furto.

È accaduto lunedì 15 aprile nell’area shopping dell’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino.

Il Fatto racconta che il deputato del Pd era in attesa dell’aereo per Strasburgo.

Fassino è andato al duty free.

Lì Fassino ha preso un profumo da donna di una marca molto nota (“volevo comprarlo per mia moglie”, specificherà nella sua replica), del valore di oltre 100 euro. In quel momento, secondo la ricostruzione fornita al Fatto dal parlamentare dem, sarebbe squillato il cellulare: “Avendo il trolley in mano e il cellulare nell’altra, non avendo ancora tre mani, ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone, in attesa di andare alle casse”.

A quanto risulta al Fatto, con il cellulare in una mano e il trolley nell’altra (e il profumo in tasca), Fassino – forse distratto dalla telefonata – si sarebbe allontanato oltre le casse, cosa che ha fatto scattare l’allarme anti-taccheggio, richiamando così l’attenzione della vigilanza e, conseguentemente, la segnalazione alla Polizia. Secondo quanto riferito dall’ex ministro, invece, sarebbe stato proprio il suo gesto di “appoggiare” il prodotto nella giacca a dare forza allo zelo del vigilante che l’ha bloccato.

Ne è nata una discussione (civile) tra Fassino e i vigilanti. Fassino per dimostrare la propria buona fede si è detto disposto ad acquistare due boccettine. Ma è stato inutile.

Proprio come accade in Serie A con il Var, agenti e vigilanti hanno rivisto “alla moviola” l’episodio ripreso dalle telecamere di videosorveglianza, convincendo i responsabili del duty free a sporgere denuncia contro il parlamentare, querela affidata appunto alla Polaria.

Fassino, contattato ieri dal Fatto, ha dato la sua versione: “Sono stupito per un episodio che pensavo di aver già chiarito con i responsabili”, dice, per aggiungere che quando ha appoggiato la confezione in tasca “si è avvicinato un funzionario della vigilanza che mi ha contestato quell’atto segnalandolo a un agente di polizia. Certo non intendevo appropriarmi indebitamente di un boccettino di profumo”. La società, Aelia Lagardère – che gestisce il duty free e ogni settimana denuncia decine di tentativi di furti nel settore profumeria e tabacchi – contattata, invece non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito.

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