Al Messaggero: «In Usa lo fanno spesso perché i ragazzi che cominciano a guidare a 16 anni di solito iniziano con le vecchie auto dei genitori. Le abbiamo vendute in un attimo. E allora stavolta lo rifacciamo. E poi sono belle da vedere».

Il cantautore romano Gianni Togni torna con un nuovo album, Edizione straordinaria, in uscita il 19 aprile, dopo il disco live del 2022, il Messaggero lo ha intervistato
«Avevo voglia di una strana intervista a me stesso, di rispondere con una canzone a domande che non mi fanno mai. Mi premeva spiegare cosa vuol dire per me una passione».
La prima scintilla che l’avvicinò a uno spartito se la ricorda? «Mia nonna paterna suonava il piano ed era una cantante lirica, anche se non di professione. Poi avevo uno zio avvocato che era anche un grande pianista jazz, e un’altra zia era pittrice e scultrice. Cominciai a cantare fin da bambino, poi mi regalarono una chitarra e un pianoforte».
Avere curiosità è la cosa più importante? «Sì. E l’età non dev’essere un limite. Io a luglio compio 68 anni. Ma ascolto musica, leggo libri, e persino le fanzine, vado alle mostre, viaggio… Non mi basta mai. E poi per raccontare la vita, le storie, prima bisogna vivere. Noi artisti in fondo siamo un po’ ladri delle esistenze altrui».
L’album esce in vinile, in cd, in formato digitale e in musicassetta! I vecchi nastri? «Sì. Per l’album precedente avevo chiesto al distributore di stampare 200 cassette come gadget da regalare. In Usa lo fanno spesso perché i ragazzi che cominciano a guidare a 16 anni di solito iniziano con le vecchie auto dei genitori. Le abbiamo vendute in un attimo. E allora stavolta lo rifacciamo. E poi sono belle da vedere».
Nel 1988 lei dedicò un brano ad Anna Magnani… «Sì, Nannarè. Io e l’autore Guido Morra riuscimmo a sintetizzare la figura di Anna Magnani, sorridente e tragica al tempo stesso, per provare a raccontare Roma attraverso un’attrice che la incarna in modo perfetto. Una città ironica e allegra ma anche triste e tragica. Roma è meravigliosa».