Una sola da titolare, contro il Verona. Poi Palladino ha cambiato modulo ed è stata solo panchina. Palladino: «Si allena bene, troverà spazio»
Che fine ha fatto Zerbin? Se lo chiedono in molti. L’ex Napoli si è trasferito al Monza nella finestra di mercato invernale. Dopo la doppietta in semifinale di Supercoppa italiana, Mazzarri sembrava intenzionato a inserirlo nelle rotazioni in maniera stabile. Ma il dado era tratto, e all’aeroporto di Capodichino i dirigenti del Monza lo attendevano con ansia.
A Monza appena 156 minuti in nove partite
Zerbin e il Napoli si rivedranno domenica, ma difficile che l’attaccante ex azzurro parta titolare. Palladino lo ha lasciato in panchina 4 delle ultime sei partite e nelle ultime due lo ha fatto entrare rispettivamente per 27 minuti, contro il Cagliari, e per 13 minuti, contro il Torino. In totale in nove partite ha giocato 156 minuti, cioè 17,3 minuti a partita. Una sola da titolare, contro il Verona: 70 minuti.
La stagione di Zerbin, e del Monza anche, è cambiata dopo la vittoria sul Milan. Allora Palladino ha cambiato modulo, di fatto sacrificando “i famosi quinti”. Adesso ai lati della trequarti c’è l’imbarazzo della scelta e così farsi spazio per Zerbin è sempre stato più difficile. A questo va aggiunto che Palladino non sa bene adesso dove schierare il giocatore. Lo ha messo a destra e a sinistra, come ala e come mezzala. Contro l’Udinese ha giocato 33 minuti da seconda punto.
Nonostante ciò Palladino dichiara di confidare in lui. Di Zerbin il tecnico aveva detto:
«Con Alessio ho parlato, lui negli allenamenti è sempre perfetto, vuole fare i solchi sul campo. È arrivato con tante aspettative e poi ha avuto un momento di flessione. Ma troverà spazio presto».
Zerbin è giovane come si è giovani in Italia: ha 25 anni
L’Italia è un Paese meraviglioso. Incipit che va sempre bene. Ieri sera, Supercoppa italiana, gara tra Napoli e Fiorentina, al minuto 82 Mazzarri fa entrare Zerbin al posto di Mazzocchi. È il quinto e ultimo cambio del tecnico del Napoli. In panchina non è rimasto più nessuno tranne i Primavera e Raspadori che non sappiamo perché non è entrato ma non rientra nel tema di quest’articolo. Quindi Zerbin entra non tanto per scelta tecnica ma perché era finito l’assortimento. Il calciatore novarese entra e segna due gol in due minuti. Il primo su azione da calcio d’angolo, è bravo a sfruttare una spizzata. La seconda in contropiede con un diagonale rasoterra di destro da fuori area.
A questo punto cambia la narrazione su Zerbin che era (ed è) avviato verso Frosinone. Due gol che inducono vari commentatori a soffermarsi sull’opportunità di riconsiderare il suo passaggio al club ciociaro. Passaggio – attenzione – per farsi le ossa, mettersi alla prova, irrobustirsi, per poi tornare alla casa madre. Mazzarri va in tv e dice che i giovani calciatori italiani sono vittime dell’esterofilia. Soprattutto del decreto crescita, aggiungeremmo.
Ma il punto è un altro. Alessio Zerbin non è affatto un giovane. È un calciatore fatto e finito. Il prossimo 3 marzo, ossia tra quaranta giorni, compirà 25 anni. È due mesi più giovane di Osimhen. Due anni più anziano di Kvaratskhelia. Insomma è un calciatore che ha terminato la sua adolescenza professionale.
Fu acquistato dal Napoli nel lontano 2017, dal Gozzano. Ha giocato tre stagioni in Serie C: con la Viterbese Castrense, col Cesena, e con la Pro Vercelli. In totale nove gol. Poi, nel 2021, il salto in Serie B col Frosinone: ottima stagione, nove reti. Quindi il ritorno al Napoli dove in un anno e mezzo di Serie A, ha totalizzato 17 presenze. Va aggiunta anche una presenza in Nazionale, convocato da Mancini: giocò gli ultimi minuti della partita con l’Ungheria.