El Mundo intervista Sarr, ma il tema è caldissimo su tutta la stampa spagnola. “Ho reagito perché non ne potevo più”

Appena 3-4 giorni fa Cheikh Kane Sarr non lo conosceva nessuno. Ora è l’apertura delle pagine di sport di El Mundo, e tutti lo cercano. Perché durante una partita di serie C spagnola il portiere senegalese del Rayo Majadahonda, è stato sobissato di insulti razzisti dai tifosi avversari a pochi minuti dal fischio finale della partita contro il Sestao River Club. Il 23enne ha reagito affrontando da bordo del campo i tifosi che lo avevano offeso. Dopo la reazione di Sarr, l’arbitro Francisco García Riesgo lo ha espulso. E allora i compagni di squadra hanno deciso di lasciare il campo costringendo il direttore di gara a sospendere definitivamente la partita.
Pur essendo un episodio accaduto in una partita di serie C, sui giornali Spagna è scattato il dibattito. Non è solo Vinicius, in Spagna è un tema sempre caldo. El Mundo pubblica l’intervista esclusiva a Sarr, e un pezzo d’appoggio sulla difficoltà di punire i responsabili, El Pais gli dedica un editoriale di Lucia
“Nel secondo tempo, quando abbiamo cambiato campo, già ho cominciato a sentire delle urla – racconta Sarr in esclusiva al Mundo – Al cinquantesimo minuto hanno iniziato a fare il verso della scimmia. All’82, dopo aver subito il secondo gol, sono andato a prendere dell’acqua da bere. E ho sentito tutto: fottuto negro, fottuto nero. Non ne potevo più. Ero molto nervoso. Aveva sentito le urla. Sono in pieno Ramadan… ho visto quest’uomo che mi urlava quelle cose, volevo chiedergli perché mi trattava così, se aveva o no una famiglia e poteva capirmi. Non avevo alcuna intenzione di attaccarlo, assolutamente. Ecco perché l’ho afferrato per la sciarpa. Come lo avrei colpito? Non ho mai attaccato nessuno. Se mi sanzionano, questa sarà la prima sanzione che avrò nella mia vita. Mentre cercavo di parlare con quest’uomo che mi aveva insultato, altri mi hanno spintonato. E allora sono arrivati i miei compagni”.
Sarr dice che “non può essere che uno che viene insultato e soffre venga anche punito. Nessuno che viene insultato può essere punito per aver reagito. Insisto. Non era violenza, era voglia di parlare. Inoltre l’arbitro non si è nemmeno avvicinato per chiedermi cosa fosse successo. Come può essere? Onestamente, pensavo che la prima cosa che avrebbe fatto fosse proteggermi, ma no. Quello che ha fatto è stato espellermi. La verità è che quando vivi in Africa e decidi di andartene sai che devi essere preparato a tutto. Ma finché non provi il razzismo non sai quanto soffri”.