Racconta una vicenda “ipercinetica e glorisamente volgare. Articola a gran voce la furtiva carnalità del tennis”
Il 25 aprile arriva nelle sale “Challengers”, il nuovo film di Luca Guadagnino incentrato sul mondo del tennis. Le recensioni di chi ha potuto guardarlo in anteprima sono molto positive.
Il “Times” lo descrive come uno dei più grandi film mai realizzato sul tennis.
Il regista italiano Luca Guadagnino, Josh O’Connor di The Crown e Zendaya regalano il più grande film sul tennis mai realizzato. Non che la competizione sia particolarmente dura, con King Richard, La Battaglia dei sessi e Strangers on a Train che sono i migliori di una compagnia un po’ inusuale. Ma nessuno di questi si sofferma sul suo potenziale erotico tanto quanto questa vicenda ipercinetica e gloriosamente volgare. Questo è un film che rende esplicita la sensualità implicita del gioco e ne articola a gran voce la furtiva carnalità.
La trama di Challengers
I protagonisti sono due tennisti interpretati da “O’Connor nei panni di Patrick e Mike Faist di West Side Story nei panni di Art, migliori amici e professionisti del tennis in lizza per le attenzioni dell’allenatrice Tashi, interpretata da Zendaya. A complicare le cose c’è il matrimonio instabile di Art con Tashi, il fallimento della carriera di Patrick e l’apparente povertà, e il fatto che gli uomini si stanno affrontando nella finale di singolo di un torneo “Challenger” di basso profilo nello stato di New York. Un film pieno di flashback che è strutturato come una partita di tennis tra adesso e allora. La sceneggiatura, dello scrittore esordiente Justin Kuritzkes, è essenzialmente una serie non cronologica di inquadrature e comizi (metaforici)” .
Guadagnino si immerge nel tennis attraverso le inquadrature
Il giornale elogia le interpretazioni dei tre protagonisti e il lavoro di Guadagnino.
La macchina da presa di Guadagnino inizia con riprese aeree distanti, si sposta, rapidamente, man mano che il film diventa più intimo, sul campo, sulla rete, sui giocatori (indossano body camera) e infine, audacemente, apparentemente, nella palla stessa. La musica di Trent Reznor e Atticus Ross è una colonna sonora trascinante con accenni ai primi Bronski Beat, del tutto adatta per un film che spesso trabocca di omoerotismo. L’atmosfera qui è sfrenata. Il dramma è sempre avvincente. In definitiva, è una lezione magistrale del Grande Slam.