«Io sono come Don Chisciotte, non recito la parte del fighetto intellettuale. Quelli che temono d’essere privati della poltroncina non dicono le parolacce per non perdere il posto in tv e quindi la visibilità».

Mauro Corona si concede ad un’intervista al Corriere della Sera, anche se con qualche resistenza: «Sono una m…, vittima dell’impulsività. Colpa delle botte che mi ha dato mio padre quando ero piccolo»
È meglio di suo padre. «Mandò in coma mia madre tre volte. Finché lei scappò di casa. Avevo 6 anni, mio fratello 5, l’ultimo nato 4 mesi. La rividi che ero tredicenne».
Perché la picchiava? «Importa? Gelosia, vino…».
Fu allontanato dalla tv dopo che in diretta tv maltrattò Bianca Berlinguer: «Stia zitta una buona volta, gallina». È dura sparire dal video? «Potrei vivere anche senza la tv. Cammino, scrivo, scalo, scolpisco. Sono il Don Chisciotte del Nordest». In che senso?
«Don Chisciotte vinceva sempre perché perdeva. Sono quelli che temono d’essere privati della poltroncina a fare i perbenisti e i buonisti. Non dicono le parolacce per non perdere il posto in tv e quindi la visibilità. Io non recito la parte del fighetto intellettuale, anche se ho letto pile di libri. Più di tutti loro».
Domande in libertà
Mai fatto uso del Viagra? «Mah, quesito un po’ personale. Di ciò di cui non si può parlare, si deve tacere, diceva Ludwig Wittgenstein. A volte già non rispondere afferma più che rispondere». (Mi telefona dopo 10 minuti: «Sono stato un codardo. Cialis»).
Da quanti anni non si rade? «L’ultima barba me la feci quand’ero alpino a Tarvisio».
Vincenzo De Luca la definì «Neanderthal, troglodita vestito come un capraio afghano, cammelliere yemenita».
«Offese i caprai afghani, gente nobile. Il governatore della Campania mi piace da matti. Starei ore a sentirlo. Se gli danno un programma tv, sfianca tutti i conduttori»
Del suo omonimo Fabrizio Corona che cosa pensa? «Gli mandai in carcere una ventina di libri scritti da me. Non ne lesse neppure uno. Lo seppi da un detenuto sardo».