A Firenze Italiano come spesso gli accade, non resiste alla tentazione dell’avventura. Abbandona la fase difensiva e si aprono praterie per Leao
FALLI DA DIETRO – COMMENTI ALLA 30° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2023-24
Fuori da tutto.
Azzurri in ginocchio per solidarizzare con Jesus.
Ed è questa l’immagine migliore dei partenopei.
Piace talmente tanto anche ai giovanotti, che decidono di non muoversi da lì per tutto il resto della gara.
Fuori da tutto.
Seconda facile previsione confermata.
L’altra era quella a proposito del caso Acerbi.
La sentenza che lo assolve è un magistrale esempio di ipocrisia e di arroganza del potere.
Sintesi della motivazione: “Il negro ha frainteso”.
L’Italia si conferma un paese irrecuperabile.
Ai primi posti, e in buona compagnia, in Europa a difesa del razzismo.
Prima incontrastata per corruzione ed elusione delle leggi.
La partita mai in discussione.
Bastano due minuti, esattamente centoventi secondi, per capire come sarebbe finita.
La Dea gioca a memoria.
Il Napoli in confusione totale.
Miranchuk travolgente e immarcabile.
Mai vista una difesa così scarsa.
Mai vista una tale disorganizzazione di reparto.
Dove – guarda un po’ – il solo a salvarsi è il chiacchieratissimo Albatros.
Se si perde 3-0 e il migliore risulta il portiere, vuol dire che ne meritavamo almeno altri tre.
Europa addio.
La conseguenza più ovvia di questo disastro sarà il ridimensionamento.
Laboriosa la ricostruzione.
E non indolore.
Nel crollo verticale, il Napoli trova una compagna inattesa.
Tudor all’Olimpico, alla sua prima panchina aquilotta, beffa la sua amatissima Vecchia allo scadere.
Savoiardi da due mesi in disastrosa media retrocessione.
L’Europa, che sembrava strasicura, comincia a non essere poi tanto scontata.
Il Bologna delle meraviglie è ormai a due punti, e continua la sua marcia.
Gioca bene e vince.
Certo, in giornata Thiago doveva vedersela con i salernitani. Che sono in B da Natale, e non danno fastidio.
Dominano le milanesi e non è una novità.
Se per i Suninter la pratica contro i nipoti di Farinata degli Uberti è veloce, fa notizia la vittoria dei Diavoli al Franchi.
Una partita bella e infuocata.
Con giocate che fanno zompare dal divano.
Come sempre più di rado mi accade.
Viola molto attivi nel primo tempo.
Poi si accende Leao, per un inizio di ripresa folle ed esaltante.
Un assist di tacco così geniale che non Biraghi, ma nemmeno Loftus, in un primo momento, si raccapezza a governare, prima di battere Terracciano.
Continui i ribaltamenti di fronte. E pareggio viola.
Gli stilnovisti avvertono più volte la possibilità di scavalcare il Diavolo.
Ma c’è Italiano.
Come spesso gli accade, non resiste alla tentazione dell’avventura.
E allora attacca forsennatamente, scriteriatamente, gioiosamente, spensieratamente.
Commettendo l’errore più banale.
Quello di abbandonare la fase difensiva.
Praterie solitarie per le volate di Leao che punisce oltre il merito i viola.
Italiano. Più volte – tra l’altro – accostato al Napoli.
Italiano.
Tecnico interessante ma tuttora acerbo.
Poiché ormai comincia ad avere un’età, la similitudine che viene in mente è quella della bella mela che, bella ma ancora acerba, si stacca dal ramo e, acerba, lì in terra, finisce per infracidire.
Senza mai diventare matura.