ilNapolista

PAGELLE – Calzona è un Sarri in miniatura coi paraocchi, fa giocare Juan Jesus perché ha piedi migliori

La dittatura del deviazionismo giochista, speriamo che Aurelio estirpi la pianta del 4-3-3. La nota positiva c’è: mancano 4 giornate alla fine dello strazio

PAGELLE – Calzona è un Sarri in miniatura coi paraocchi, fa giocare Juan Jesus perché ha piedi migliori
Dc Napoli 28/04/2024 - campionato di calcio serie A / Napoli-Roma / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Francesco Calzona

Le pagelle di Napoli-Roma 2-2 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.

MERET. Ohibò Ilaria cara: si può dire che almeno stavolta, una tantum, il ritiro punitivo ha fatto bene? C’è voluta la quindicesima giornata di ritorno con la Roma per vedere il classico orgoglio e pure un po’ di gioco. Il risultato è che il giovane Meret fa una sola parata ma poi prende due gol, di cui uno su rigore. E’ la ciorta nerissima di questa nefasta stagione causata, non dimentichiamolo mai, dall’egolatria senile del Duce Aurelio – 6

Molto bravo su Pellegrini e per poco non arriva anche a parare il rigore di Dybala. Quanto alla fruttuosità o meno del ritiro, Fabrizio, non saprei: un minimo di gioco lo reputo il minimo sindacale per questa squadra, anche senza allenatore in panchina e senza dormire tutti assieme, ho visto piuttosto tanta insicurezza e tanti gol sbagliati in modo imbarazzante. La stagione l’hanno buttata loro alle ortiche e pure la ciorta ad un certo punto si arrende – 6

DI LORENZO. Il fu Eurocapitano ritrova a sprazzi il piglio solito nell’offesa lì a destra eppoi sul finire del primo tempo non la mette dentro, di testa, per un’anticchia malefica. Epperò, la cappellata letale e fatale la combina comunque: tiene in gioco il redivivo Abraham e la Roma pareggia in extremis – 5

Sicuramente meno peggio di tante altre volte in questo campionato ma nel secondo tempo si addormenta. E’ grave che un difensore come lui sbagli il fuorigioco – 5

RRAHMANI. Finalmente una partita onesta e senza macchie. Certo l’iraniano giallorosso è un ectoplasma fin quando resta in campo, ma Amir si salva, almeno lui – 6,5

Il minimo sindacale – 6

JUAN JESUS. Ci risiamo con lo sciagurato Giovannino Gesù, che provoca il rigore romanista. E dire che fino a quel momento aveva disputato una partita attenta (il gol trangugiato al 41’ non fa statistica: l’arbitro aveva fischiato una punizione per la Roma). Detto questo, faccio professione di misericordia nei suoi confronti e ripeto quanto scritto qualche tempo fa. Il problema non è lui, ma chi lo mette in campo. Una volta certificato il fallimentare acquisto del palindromo brazileiro, restava Ostigard ma ben tre allenatori hanno sempre scelto Giovannino: perché? Calzona detto il Terzo ha dato una spiegazione, dimostrando di essere un Sarri in miniatura coi paraocchi, per non dire ottuso: Juan Jesus avrebbe i piedi migliori di Ostigard (il condizionale, almeno per me, è d’obbligo) nella fatidica costruzione dal basso. Insomma, la dittatura del deviazionismo giochista. Come se per un centrale la priorità dovesse essere l’impostazione, e non la difesa. Da brividi – 4,5

Mi deprime sparare sul povero Giovannino: la sfortuna quest’anno è nera, ma la sfortuna di Juan Jesus lo è di più – 4

OLIVERA. L’avvio è traballante, soprattutto quando in fase di uscita i giallorossi lo accerchiano senza pietà. Ma l’uruguagio è tosto e come in una partita di rugby guadagna metri col passare dei minuti. Il gol è una carambola impazzita, epperò meritata – 6,5

Ci mette grinta e determinazione. Anche così arrivano le deviazioni fortunate – 6,5

ANGUISSA. L’orgoglio gli fa riscoprire il consueto ovunquismo, a tratti però funambolico e dagli esiti imprevedibili. Ma io, Ilaria, non riesco a dimenticare quel tiraccio in curva, da solo al cospetto di Svilar, servito da una cabeza di Osimhen. Ci sono giocatori che riescono a pensare e tirare allo stesso tempo, oppure quelli con l’istinto che anticipa il pensiero. Ecco, diciamo pure che in quel momento Zambo non ha proprio pensato, né coi piedi, né con la testa, purtroppo – 5,5

Al tiraccio aggiungerei lo stacco in anticipo su Osimhen, sul quale, giustamente, anche Calzona si mette le mani in faccia per la disperazione – 5

LOBOTKA. Il Caro Lobo talvolta arranca o si rifugia nel passaggetto all’indietro, la coperta di Linus di ogni architetto giochista in difficoltà. Ma nella terra di mezzo è lui che dà il soffio vitale e ha una capacità di difendere e attaccare (come al 56’) che gli fa fare chilometri – 6,5

Il passaggio all’indietro è il marchio di fabbrica dell’inizio della sua partita: non cerca l’uomo davanti ma quello dietro, come se avesse paura di prendere contropiede. La paura apre la porta alla sfortuna. Manca un gol in modo imbarazzante – 6

CAJUSTE. Sovente non sa dove andare, ma è sua la pelota recuperata per il pareggio dell’uruguagio. E gliene dobbiamo dare atto – 6

Finalmente fa una cosa buona: lotta su una palla e vince – 6

TRAORE’ dal 69’. Senza voto

18 minuti in campo, neanche brutti e poi una sostituzione ai limiti dell’incomprensibile – senza voto 

OSTIGARD dall’87’. Entra e la Roma segna, ma non è colpa sua – senza voto

Mai visto un cambio su corner contro, ma la colpa ovviamente non è sua – senza voto 

POLITANO. Ritrova il dialogo col Capitano lì a destra, ma quanto è sciatto quell’assist fallito per Victor Victoria al 42’. I due, Na-Politano e Osimhen, continuano ad avere dei problemi tra di loro – 6

Non sfrutta le occasioni che gli capitano davanti e questo vale già il voto – 5,5

NGONGE dal 69’. Meglio di Na-Politano. Dà una palla a Victor Victoria che ripete l’azione dello zero a uno l’anno scorso proprio a Roma (allora fu Politano a servire Maschera Nera) – 6,5

Sicuramente più vivo e reattivo di Politano, manda anche Osimhen in porta – 6,5

OSIMHEN. Nel primo tempo soffre la solitudine del colonnello di Garcia Marquez. Lui e il Che Kvara si alternano nel tiro al bersaglio contro Svilar. Victor Victoria declina l’orgoglio con tanta rabbia, anche contro i compagni quando li vede impauriti e immobili nella metà campo azzurra. Eppoi finalmente segna un rigore – 7

Da premiare il rigore realizzato, sul quale non avrei puntato nemmeno un centesimo. Ma quanti gol sbagliati, Fabrizio. Un attaccante come lui non può sbagliare così – 6

KVARATSKHELIA. I primi dribbling sono pietosi e irritanti, ma oggi il Che Kvara è un diesel e si conferma il giocatore del campionato di Serie A che ha fatto più conclusioni, oltre cento. E’ lui che si procura il rigore e la sostituzione è incomprensibile – 7

Tante giocate di qualità che stridono con il gioco elementare dei compagni, che tra l’altro serve spesso in modo impeccabile. Una nota stonata in positivo in una squadra che quest’anno si è affossata da sola – 6,5

RASPADORI dall’86’. Senza voto

Senza voto

CALZONA. E’ una bravissima persona, Calzona detto il Terzo, ma nemmeno con lui il Napoli è riuscito a raddrizzare una stagione nata malissimo, non male. Oggi ha senza dubbio sbagliato i cambi, tranne quello di Ngonge, ma il nodo non è questo, è complessivo. Che almeno il redde rationem di fine campionato faccia chiarezza sui clan nello spogliatoio e separi evangelicamente le pecore buone dai capri cattivi. Non solo. Lo strombazzato arrivo di Conte o di qualunque altro allenatore non ideologico estirpi una volta per tutte la pianta ormai appassita e senza frutto del quattro tre tre. Tutto questo ovviamente sempre che il Duce Aurelio rinsavisca. Speriamo – 5

Cambi privi di senso e un harakiri con Ostigard messo in campo su corner contro. Il Napoli gioca meglio di tante altre volte, è vero, ma continuo a dire che il gioco di questa squadra non è merito dell’allenatore ma qualcosa che i giocatori hanno del Dna ma non ricordano più di avere. I tiri buttati al vento non si contano: 14 solo nel primo tempo. Un quadro impietoso per una squadra che l’anno scorso è sembrata irresistibile. La nota positiva c’è: mancano solo 4 giornate alla fine dello strazio – 4,5

ARBITRO SOZZA. Lo salva il Var, sul rigore al Napoli, eppure era proprio lì – 5

ilnapolista © riproduzione riservata