Ricorderemo per sempre i tredici minuti dell’apocalisse. I tredici minuti in cui la squadra campione d’Italia si è ricordata come si fa
Le pagelle di Monza-Napoli 2-4 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.
MERET. Gli autoctoni segnano due volte per caso e lui fa la parte di un incolpevole Monaco di Monza senza ciorta. Povero Meret – 6
Il Monza fa due tiri in porta e noi prendiamo due gol. E la cosa peggiore è che abbiamo preso il primo gol a difesa schierata con assist dell’ex Zerbin – 6
DI LORENZO. In difesa è come un birillo fermo, facile da saltare. Nell’offesa va un po’ meglio anche se fa sempre fatica a rientrare. Al 17’ s’ingurgita malamente il gol del pareggio, ma origina da un suo tiro ribattuto il due a quattro dell’entrante Giacomino. In ogni caso, Ilaria, i pizzini del suo procuratore su un possibile addio in estate sono un pessimo segnale: se pure l’Eurocapitano vuole mollare, significa che il futuro col Duce Aurelio è più nero della notte. Altro che andare a vedere il film sullo scudetto (ha ragione Vittorio Zambardino) e consolarsi nel tunnel passatista – 5
Di Lorenzo, la foto: la sufficienza con cui aspetta, con le mani dietro la schiena, il cross al veleno di Zerbin – 5
RRAHMANI. I due gol vanno in carico al solito Giovannino Gesù ma è la conferma che la difesa di quest’anno va rottamata senza se e senza ma. E per fortuna che il Monza tira solo due volte in porta – 5,5
Nel primo tempo inguardabile, ma ovviamente non è il solo. Nel secondo si riprende come tutto il Napoli – 5
JUAN JESUS. A proposito del Duce Aurelio: per recuperare il lume della ragione metta la fotografia di Giovannino Gesù sul comodino e la guardi come un’orazione muta prima di addormentarsi, a mo’ di monito perenne. Oggi il brasiliano fa segnare prima Djuric e poi Colpani – 4
La responsabilità dei due gol è certamente sua, ma da qui ad imputare a lui il disastro di questo Napoli fino al 45′ ce ne passa – 4
OLIVERA. Nel primo tempo gioca a nascondersi. Nella ripresa il rinsavimento generale giova anche a lui che trova lo slancio per qualche discesa – 5,5
Da un suo strappo nasce l’azione del gol di Politano – 6
MARIO RUI dall’80’. Senza voto
Hai notato? Ogni giocatore del Napoli che segna ha qualcosa da dirgli o dedicargli. E’ sicuramente un uomo spogliatoio – senza voto
LOBOTKA. Nel primo tempo il Caro Lobo amministra senza risultati il palleggio infinito e orizzontale degli azzurri. Indi è il primo a scatenarsi verticalmente quando la partita viene ribaltata. Bravo – 7
Inizia con grande sofferenza poi dirige le manovre col solito ordine e la solita attenzione – 6,5
ANGUISSA. Eppur si muove. Zambo torna ovunquista – 7
Per gran parte del primo tempo vaga a vuoto, poi l’elettroshock negli spogliatoi. Suo il cross per il gol sbloccapartita di Osimhen – 6,5
ZIELINSKI. Andamento lento come (quasi) tutti e poi in quel quarto d’ora d’oro puro del Napoli ritrova un sinistro fenomenale, sotto la traversa. Ed è subito nostalgia, Ilaria, detto col cuore – 6,5
Un gol gioiello e un abbraccio liberatorio di tutta la squadra. Gli alti e bassi, sì, ma mancherà tremendamente uno stile così – 6,5
CAJUSTE dal 68’. Senza voto
Senza voto
NGONGE. Appare e scompare ma dimostra una discreta fantasia lì a destra – 5,5
Un rigore non concesso e un gol in fuorigioco. Non certo da bocciare – 6
POLITANO dal 54’. Entra e dà il via ai quindici minuti dell’inaspettata resurrezione azzurra. E segna un gol da custodire in cineteca, una sorta di vettore che finge di dirigersi da una parte e poi all’improvviso va dall’altra – 7
La panchina, evidentemente, gli dona. Entra e segna il gol della stagione e della carriera – 7
OSIMHEN. Nel primo tempo cade, si lamenta, viene sovente anticipato. Indi si ricorda di essere Osimhen, l’attaccante con la mascherina, e al 55’ sale in alto come un possente squalo bianco volante, che in questo caso si divora Armandino da Scampia e segna con la cabeza – 7
Il modo in cui si alza, da fermo, enorme e possente sulle spalle di Izzo ha dell’incredibile – 7
KVARATSKHELIA. Si è politanizzato, ormai. Dribbling, sempre lo stesso da sinistra verso centro, e poi tiro. Sta perdendo l’imprevedibilità – 5
E si fa fare pure un sombrero… che dolore! – 5
RASPADORI dal 68’. Finalmente un sorriso per Giacomino. Entra e segna – 6,5
Ha ragione Calzona ad elogiare il suo gol. Ha il fiuto dell’attaccante: sa già dove potrebbe andare la palla prima che ci vada. Se non lo avesse saputo non sarebbe corso verso la porta e non avrebbe segnato. Un gol bellissimo – 7
CALZONA. Più che giudicare Calzona detto il Terzo bisognerebbe porre e porsi la madre di tutte le domande, dopo la partita col Monza: perché il Napoli si è ricordato solo oggi, e per un quarto d’ora solamente, che è campione d’Italia? Senza dimenticare che nel primo tempo gli azzurri camminavano più che correre – 6
Ricorderemo forse per sempre i tredici minuti dell’apocalisse. I tredici minuti in cui la squadra campione d’Italia, dopo averci regalato uno dei suoi peggiori campionati, le più feroci gastrite e una cocente depressione si è ricordata come si fa e ha segnato 4 maestosi gol al povero Monza. Li ricorderemo perché ci chiederemo per anni cosa sia mai potuto succedere negli spogliatoi: elettroshock? Scimmie attaccate alle parti basse dei giocatori? Strumenti di tortura dispensati come caffè? Somministrazione di droghe? Distribuzione di santini con De Laurentiis sopra a terrorizzare tutti? Qualsiasi cosa sia stata, bisognerebbe sperimentarla ogni domenica. Restano la rabbia nel chiedersi perché non sia avvenuto prima, così come lo stupore e la meraviglia. Quanto a Calzona: mi piace, ha il sapore autentico di una persona semplice e ragionevole. Non attribuisco a lui i tredici minuti come non gli ho attribuito finora un secondo di sfacelo – 6
ARBITRO DOVERI. Mancano due rigori: uno su Ngonge e l’altro su Anguissa – 3