Tuttosport a vent’anni dalla morte. Nel 1961 stravolse la rigida gerarchia e creò la formula magica. Una sola macchia, quella parola a Ciotti
Enrico Ameri, a vent’anni dalla morte (avvenuta il 7 aprile 2004). Il suo ricordo in una godibilissima pagina su Tuttosport a firma Marco Ceccarini. Che ricorda come fu un suo intervento – allora gli interventi non erano previsti – a inventare la formula che diede tanto successo a “Tutto il calcio minuto per minuto”.
Scrive Tuttosport:
Il radiocronista, in collegamento dal Cibali, stava raccontando la vittoria del Milan sul Catania. Si sentì in sottofondo il boato di un gol. Fu un attimo. Una voce cortese, timida, forse timorosa per quanto stava facendo, lo interruppe: “Scusa, è Ameri”. Un colpo di tosse, più che altro a rischiarare il tono, poi la voce si fece più nitida: “Scusa, qui è Ameri. A Milano la Roma è passata in vantaggio”. A San Siro si giocava il trentacinquesimo del secondo tempo. L’Inter era prima in classifica. Ma il gol lo aveva fatto la Roma con Pedro Manfredini. La notizia c’era. Enrico Ameri, classe 1926, era rimasto nel dubbio, poi scelse di ottemperare al dovere di cronaca. Era l’ultimo giorno del 1961.
A Milano la sconfitta dell’Inter non era all’ordine del giorno. (…) Ameri sapeva che quel gol cambiava la scena e che gli ascoltatori volevano sapere.
La trasmissione aveva una scaletta piuttosto rigida. Vi era un conduttore in studio, un campo centrale ed altri tre o quattro campi collegati. Parlava un inviato e la linea tornava allo studio dove Bortoluzzi, solo lui, poteva dare la parola a un altro inviato. Non erano ammesse interruzioni, neanche per le reti messe a segno. Quel giorno, invece, Ameri infranse la regola. Si scusò, ma interruppe il giornalista collegato da Catania. Ci fu un momento di smarrimento. Poi Ameri prese forza e raccontò il gol di Manfredini. Dopodiché, scusandosi nuovamente, restituì la linea, tra l’incredulità degli addetti ai lavori e il gradimento dei “gentili radioascoltatori”.
Unico neo, quella parola di troppo detta fuori onda nei confronti del suo alter ego professionale, Sandro Ciotti, altro gigante
del giornalismo radiofonico, “reo” di averlo interrotto durante un collegamento. Era il 27 aprile 1975. Non sapeva che i microfoni erano ancora aperti. I due, poi, si chiarirono e tornarono al loro amichevole e titanico raffronto via etere.
Disse a microfono aperto: “come si fa ad essere così coglioni…”
Il suo colpo di genio rimane, in ogni caso, quello dell’ultimo dell’anno del ‘61. Interrompendo il collega, scompaginando
l’assetto, mostrò che dare la notizia di un gol in diretta dava alla trasmissione quel qualcosa in più che l’avrebbe consacrata a simbolo delle domeniche calcistiche degli italiani, cambiando per sempre il modo di narrare il football alla radio.