Al Corsera: «La narrazione buonista? Ecco forse si è andati un po’ oltre. Sono cresciuto di cinque centimetri»
Sinner: «Gioco senza pensare, pensare ti toglie fluidità. Esagerata l’attenzione su di me». Intervista al Corriere della Sera.
Jannik, tra Indian Wells e Miami è passata una narrazione buonista da libro Cuore: l’ombrello tenuto alla raccattapalle, l’acqua alla spettatrice, la partita a pallone con il bambino. Manca solo che parli agli uccellini. Le piace questa immagine di sé o si sta un po’ esagerando?
«Ecco, forse si è andati un po’ oltre. A me è sembrato di fare cose normali: vedi uno che non sta bene, lo aiuti; incontri un bambino, c’è una palla, fai due tiri. Non sto nemmeno a pensarci. È il mio modo di vivere. In campo sono serio, faccio i miei rituali, ma dopo il match mi piace scherzare. Io sono così, sono sempre stato così: la differenza è che adesso ho più telecamere addosso, più attenzione. E tutto viene amplificato. Ma non esageriamo, dai…».
«Mi arrabbio anch’io, come è giusto che sia. Però nella vita vanno capiti i momenti: c’è un tempo per scherzare, uno per incavolarsi, uno per essere seri. Il mio difetto nel tennis, per esempio, è che a volte ho troppa fretta: voglio imparare tutto subito. Ma ho anche capito che, se mi metto fretta, perdo chiarezza nella mente e quella situazione, invece di aiutarmi, mi frega».
La versione di Djokovic su Jannik.
Sinner è cresciuto fisicamente, ha messo cinque centimetri
Quattro chili di muscoli in più dell’anno scorso: quanto crescerà fisicamente nel 2024?
Sinner: «Oddio io con i numeri sono negato, però sono cresciuto in altezza: 1,92/1,93, non più l’1,88 che riporta il sito dell’atp. Non esagero con i pesi, farne troppi è rischioso. Oltre che fisica, la mia crescita è tattica: adesso riesco a giocare senza pensare tanto, viene tutto più naturale. Pensare toglie fluidità. Ma per riuscirci devi poterti fidare del tuo fisico e di certi colpi, che prima non mi venivano bene. In palestra solo io e il mio team sappiamo quanto lavoro faccio: il risultato è che sto bene, ho giocato tutto il 2023, e fino a qui, senza avere problemi. E anche quando sono stanco, recupero più in fretta».
Sinner: «Non cambierà niente: la mia mamma continua a non guardare le partite perché si agita, e se la chiamo spesso non risponde perché ha da fare. Mio fratello lavora, quindi non può seguirmi. A Indian Wells ho invitato il mio migliore amico: mi ha fatto piacere che sia venuto perché ha potuto vedere come funzionano il mio mondo e la mia vita. Ha visto che, vinco o perdo, sono sempre lo stesso Jannik che ha conosciuto a scuola. Ci tengo a tenere le persone a cui voglio tanto bene vicino a me. Vincere ha un peso, ma la cosa più importante sono gli affetti. Quando ero piccolo e i miei rientravano da una giornata di duro lavoro, comunque sorridevano».