A “L’Equipe”: «Mi aiuta molto. L’anno scorso è stato difficile perché non mi sentivo bene fisicamente»
Vlahovic: «Juve? Ho la possibilità di lavorare con Allegri, uno degli allenatori più forti degli ultimi vent’anni»
Vlahovic, attaccante della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista a “L’Equipe” dove ha parlato della stagione in corso e di futuro.
Dopo una stagione altalenante, l’anno sarà positivo se la Juventus vince la Coppa Italia e si qualifica alla Champions League?
«Sarebbe bello, ovviamente, se riuscissimo in entrambe le cose, ma non possiamo essere pienamente soddisfatti, questa è la mentalità di questo club e un requisito della sua storia. Avevamo la possibilità di lottare per il titolo, ad un certo punto non eravamo lontani. Ma essere in lotta a febbraio non significa niente e non conta. È a fine maggio che conta. I rimpianti sono inevitabili ma abbiamo ancora tanto da giocare».
Personalmente stai vivendo la tua migliore stagione alla Juve. Come spieghi questo successo dopo uno scorso anno deludente?
«La scorsa stagione è andata così perché non mi sentivo bene fisicamente. Ho davvero sofferto. Quest’anno mi sento bene, è l’unica cosa che è cambiata. Per il resto faccio tutto uguale, lavoro duro, mi concentro sul recupero. In questa stagione ho segnato 16 gol (17 compresa la Coppa) ma avrei potuto fare anche molto di più. Voglio sempre fare di più. Voglio diventare un giocatore che la gente ricorderà. Giocare per fare una piccola carriera e fare soldi, non mi interessa».
Quindi sogni il Pallone d’Oro?
«Tutti sogniamo il Pallone d’Oro, no? Ovviamente sogno il Pallone d’Oro, ma prima ci sono tante cose da allineare. Ovviamente questo è il mio obiettivo. A calcio si gioca per la gloria e per i trofei».
Cosa hai imparato giocando in Italia?
«In Italia sei immerso in una cultura molto tattica, con squadre compatte, partite chiuse, e questo mi insegna tante cose. Ho la possibilità di lavorare con Massimiliano Allegri, che è uno degli allenatori più forti degli ultimi vent’anni e sa comunicare con i suoi giocatori. Mi aiuta molto. E poi, quando sono arrivato alla Juve, ho trovato una realtà diversa da quella che mi aspettavo. Mi aspettavo il meglio, ma le mie aspettative sono state superatw. L’organizzazione delle cose più banali, quotidiane, tutto è incredibile. Quando entri nel centro sportivo senti subito un’energia, una voglia di vincere, anche un senso di famiglia».
Ma su cosa lavori innanzitutto, in allenamento?
«Tutto: i miei punti forti e i miei punti deboli. Per me la tecnica di base è la cosa più importante. Oggi vedo tante scuole calcio che, anche con i bambini di 8 o 10 anni, pensano solo al risultato. Secondo me questa non è affatto la direzione giusta. I bambini devono divertirsi, perché la tecnica, il dribbling, i passaggi, il rapporto con la palla, si impara divertendosi mentre si gioca a calcio. Se a 9-10 anni sei lì a fare tattica, trascuri la creatività e perdiamo giocatori straordinari così».
Vlahovic: «Idoli da giovane? Ronaldo, Ibrahimovic, Fernando Torres e Benzema»
Chi sono gli attaccanti che ti hanno fatto sognare quando eri più giovane?
«Cristiano Ronaldo, ovviamente, che seguivo da Manchester, quando era ala sinistra, mi piacevano i suoi movimenti, il suo istinto omicida, penso che sia uno dei migliori della storia. Mi piaceva molto anche Zlatan (Ibrahimovic), e mi piaceva Fernando Torres con i suoi capelli leggermente lunghi ai tempi del Liverpool. E poi Karim Benzema, un giocatore che adoro».
E oggi ?
«Mbappé è fortissimo, in questo momento è il migliore al mondo. Ha 25 anni e ha vinto quasi tutto, ha segnato quaranta gol in questa stagione, è immenso».