Alla Gazzetta: «Tra difensivisti e giochisti? Per qualcuno era difensiva anche l’Italia di Bearzot. Non c’è Mondiale in cui una squadra segna tanti gol su azione»
La Gazzetta dello Sport ha intervistato Dino Zoff. Il “mito” di Europa League ne ha vinte due, quando si chiamava ancora Coppa Uefa: una nel 1977, e l’altra in panchina, nel derby con la Fiorentina nel 1990.
Zoff: «Il nostro calcio non dà il massimo in campionato ma in Europa si riscatta»
Sorpreso da due italiane in semifinale?
«La percentuale è sorprendente: la metà. Il nostro calcio non dà il massimo in campionato ma in Europa si riscatta».
Zoff spiega:
«Nelle coppe riusciamo a esprimerci al meglio. La A è il torneo dell’esasperazione, frammentato da sceneggiate, falletti leggeri che diventano enormi, ricerca del possesso. In Europa certe cose non puoi permettertele. E le qualità non ci mancano».
Per Zoff Roma-Milan è stata una partita anomala. E su De Rossi dice:
«Io credo nei numeri: visto dove ha preso la Roma, e dove l’ha portata, direi che ha grandi meriti. Non so in concreto cos’abbia fatto, ma non è giusto dire che l’ha resa più offensiva, perché attaccare non significa vincere: ha dato equilibrio».
In semifinale di Europa League c’è anche l’Atalanta:
«Clamoroso eliminare il Liverpool. Per la verità loro avevano avuto diverse occasioni in casa, ma il 3-0 non ammette alibi».
Tra difensivisti e giochisti, Zoff sa bene con chi schierarsi:
«Per qualcuno era difensiva anche l’Italia di Bearzot. Mi trovi un Mondiale in cui una squadra ha segnato tanti gol su azione. Ma Bearzot non godeva della benedizione di tutta la stampa e allora… Solo lui poteva fare quella cosa in quel contesto».