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Zverev e Rublev si allenano davanti a pochi intimi, sono tutti sul campo di Sinner (Gazzetta)

I pochi che restano a guardarli sono lì perché hanno fatto tardi a prendere posto sul campo dove Jannik si allena con coach Vagnozzi

Zverev e Rublev si allenano davanti a pochi intimi, sono tutti sul campo di Sinner (Gazzetta)
Italy's Jannik Sinner celebrates after victory against Russia's Daniil Medvedev during their men's singles final match on day 15 of the Australian Open tennis tournament in Melbourne on January 28, 2024. (Photo by WILLIAM WEST / AFP) / -- IMAGE RESTRICTED TO EDITORIAL USE - STRICTLY NO COMMERCIAL USE --

Zverev e Rublev si allenano davanti a pochi intimi, sono tutti sul campo di Sinner. Lo scrive la Gazzetta dello Sport.

Immaginate questa scena solo l’anno scorso: Zverev e Rublev, due califfi, arrivano al Country Club e organizzano un allenamento aperto al pubblico. Urla, schiamazzi, gente in coda per un selfie o un autografo alla fine della sessione. Ma nel 2023, di questi tempi, non era ancora cominciata l’era Sinner. E così, stavolta, mentre Sasha e Andrey si scambiano convenevoli sul campo 8, i pochi che restano a guardarli sono lì perché hanno fatto tardi a prendere posto sul campo adiacente, dove si è appena sistemato Jannik con coach Vagnozzi: la calca, infatti, non permette a chi sta dietro di godersi neppure uno scorcio della training session del più amato degli italiani.

La parola al campo La Volpe Rossa prima prova il servizio in kick, poi viene sollecitato sul rovescio in back dall’allenatore marchigiano, che si prenderà gli applausi più scroscianti per una spettacolare volée di dritto in allungo dopo uno scambio improvvisato.

Sinner e il portabandiera

Sinner e le Olimpiadi, ecco cosa ha detto a proposito della possibilità di fare il portabandiera ai giochi olimpici di Parigi.

Tratto dalla Gazzetta:

E a proposito di Giochi, sulla spinta degli sfavillanti risultati di Jan, nelle ultime settimane ha preso vita un movimento d’opinione che lo vorrebbe portabandiera a Parigi 2024. Lui, in merito, ha una posizione ben chiara e definita: «Ho la mia idea: è giusto che il portabandiera sia qualcuno che ha già vinto un oro. Sono consapevole di aver contribuito a rendere il tennis più popolare, ma noi abbiamo gli Slam, le Finals, la Davis: l’Olimpiade è un torneo importante, ma pur sempre un torneo. Per gli altri atleti i Giochi sono il coronamento di 4 anni di lavoro. Mi ricordo di un’intervista a Bolt: diceva che si preparava un quadriennio per una corsa che dura meno di 10 secondi, mentre tanti vorrebbero tutto in due mesi. Ecco, credo sia quello di Bolt il vero spirito olimpico. Certo, se me lo offrissero lo prenderei in considerazione».

Ecco cosa ha riportato il Corriere della Sera:

Dopo la tiritera su Sanremo (va? non va?) è matura la tiritera sul ruolo di portabandiera dell’italia ai Giochi di Parigi: è giusto che lo faccia Jannik Sinner?

«Secondo me è giusto che lo faccia un atleta che ha già vinto una medaglia d’oro. Per me sarà la prima volta ai Giochi, sento di aver fatto fare un bel passo avanti al tennis italiano insieme agli altri azzurri, però onestamente la bandiera deve portarla chi basa la carriera sulle Olimpiadi. Poi se vogliono darmela, io sono felice ma come tennista ho i quattro Slam, i nove Master 1000, la Coppa Davis… Per me l’olimpiade è un torneo, un di più. Per altri è il torneo».

Giusto ragionamento.

«Ho letto un’intervista a Usain Bolt in cui diceva: io mi alleno quattro anni per correre cento metri in nove secondi. Mi ha colpito».

«Gioco senza pensare, pensare toglie fluidità».

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