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Camavinga: «Noi giovani siamo abituati ad avere tutto e subito ma nel calcio serve pazienza»

A El Pais: «Il calcio è una questione di tempo, l’ho imparato da Kroos e da Modric. Ci sono piccole cose che in campo non devi forzare»

Camavinga: «Noi giovani siamo abituati ad avere tutto e subito ma nel calcio serve pazienza»
Db Madrid 07/12/2021 - Champions League / Real Madrid-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Eduardo Camavinga

Nella settimana che porta alla finale di Champions League si dà più spazio ai protagonisti della competizione. Nei giorni scorsi hanno parlato Ancelotti, Fullkrug, Kroos e tanti altri. El Pais ha scelto di intervistare Camavinga, il giovane centrocampista del Real Madrid a cui sarà affidato il centrocampo dopo l’addio di Kroos. Di seguito un estratto dell’intervista:

Camavinga: «Sono un po’ più maturo, ho più barba»

La seconda finale di Champion in tre stagioni a Madrid. In cosa è cambiato Camavinga?

«Sono un po’ più maturo, ho più barba (ride) e il mio gioco è cambiato un po’. Sono più tranquillo e gioco anche un po’ di più».

In che senso sei più tranquillo?

«Quando guardi Toni Kroos o Luka Modric, devi solo fare come loro, che mantengono la calma in ogni zona del campo. Anche la qualità dei passaggi di Toni. E ho imparato a parlare meno, come lui, perché è una persona che non parla molto, ma quando lo fa, lascia il segno. E questo mi piace molto».

In questo passaggio generazionale, Ancelotti ha sempre chiesto la comprensione ai veterani e la pazienza ai giovani. Come l’hai gestita?

«Non sono molto paziente. Perché nella mia vita le cose sono arrivate molto velocemente, ma ho imparato anche essere paziente. A volte, è la chiave, anche se noi giovani siamo abituati ad avere tutto e subito. Nel calcio è diverso, bisogna avere pazienza».

Una sorta di lezione di vita?

«Il calcio è una questione di tempo. Ci sono piccole cose che non devi forzare perché quando lo fai potrebbero non andare bene. E se non si è pazienti, si possono fare danni. Io non ho pazienza, ma è la chiave della vita, credo. Nella vita, in generale, non ho avuto pazienza, ma nel calcio devo averla».

In cosa devi migliorare?

«Nella concentrazione quando non abbiamo la palla. A volte guardo le partite e mi chiedo perché non sono andato lì, perché non l’ho fatto».

«Da bambino ero un dieci. Mi divertivo a dribblare. Ma a Rennes, non capisco perché, mi hanno messo a difendere. Non capisco perché. Quando ero più giovane, ero più attaccante e segnavo più gol. Ma nelle giovanili ho iniziato in mezzo al campo. Ho dovuto difendere di più, recuperare più palle. Non mi piaceva difendere, ora sì», ha concluso Camavinga.

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