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Camila Giorgi, anche multe e ristoranti non pagati. Gestiva tutto papà, pronto il patteggiamento (Corsera)

Il debito col fisco di 464 mila euro, una pendenza con la Gran Bretagna e l’aneddoto sulle palle di tennis che il papà avrebbe sottratto alla Federazione

Camila Giorgi, anche multe e ristoranti non pagati. Gestiva tutto papà, pronto il patteggiamento (Corsera)
archivio Image / Sport / Tennis / Camila Giorgi / foto Imago/Image

Camila Giorgi, anche multe e ristoranti non pagati. Gestiva tutto papà, pronto il patteggiamento. Ne scrive il Corriere della Sera.

Camila Giorgi avrebbe alle spalle altre pendenze, anche se per cifre inferiori ai 464 mila euro e passa pignorati un anno fa alla Federtennis: vale a dire multe non pagate e fatture di ristoranti. Dalla sua, tuttavia, avrebbe un’assoluzione per le contribuzioni relative al 2013 e 2014 versate al fisco americano. Piccola cosa, va detto, rispetto ai molti fronti aperti sotto il profilo fiscale.

Camila Giorgi vulnerabile

C’è già una proposta di patteggiamento depositata alla Procura che indaga per evasione e che, anno dopo anno, sta ricostruendo gli ammanchi nelle casse del fisco alla voce «Camila Giorgi». L’atleta sembra riluttante a gestire i propri affari che sarebbero stati storicamente delegati a Sergio Giorgi, l’adorato babbo e coach venuto dall’argentina. Sue le chiavi della cassaforte di famiglia ma suoi anche i piani per rinviare i pagamenti nei confronti del fisco italiano. Emerge così una Camila vulnerabile sotto il profilo fiscale forse perché fragile sotto quello affettivo. Il capitolo «ristoranti» e multe mai pagate lo testimonierebbe. La ragazza dal braccio d’oro pare subalterna alle decisioni paterne, almeno sotto il profilo economico. Che tipo è Sergio? Nell’ambiente circola l’aneddoto secondo cui il volitivo allenatore e papà avrebbe saccheggiato la Federazione di una partita di palle da tennis. Ci si aspettava pagasse ma no. Nemmeno un euro. Di lui poco altro si sa eccetto la dedizione verso la famiglia.

Appare sempre più chiara la necessità che Camila chiarisca la sua posizione di contribuente. Nella cartella esattoriale che avrebbe dovuto esserle recapitata se fosse stato possibile raggiungerla compare, fra le altre cose, un codice particolare dalla dicitura «Uipe». Si tratta di un titolo esecutivo per la riscossione europea. Balla insomma anche un debito nei confronti della Gran Bretagna, Paese nel quale Camila ha trascorso periodi agonisticamente importanti e che oggi reclama i suoi soldi.

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