Negli studi di Sky Sport: «Se ne parla come uno degli allenatori top perché Guardiola lo sponsorizza»
Fabio Capello negli studi di Sky Sport si interroga sul perché si elogia tanto oggi Roberto De Zerbi e il suo Brighton
«Se ne parla come uno degli allenatori top perché Guardiola lo sponsorizza, ma quest’anno è decimo o undicesimo in classifica col Brighton in Premier. Cosa ha vinto nella sua carriera? Ha vinto solo una coppa in Ucraina»
Capello concorda dunque con quanto abbiamo scritto noi dopo la sconfitta del Brighton con la Roma
Roberto De Zerbi è una brava persona. La premessa è d’obbligo. Ed è un fenomeno culturale ancor più che calcistico. Un generatore di proselitismo, qualcuno direbbe alla Zeman. Ma senza avere il fascino socio-culturale-di-denuncia del boemo. De Zerbi gioca il calcio contemporaneo. Quello che piace tanto soprattutto alla generazione che è cresciuta in una società priva di riferimenti politici. Non hanno vissuto gli anni di piombo ma nemmeno la Pantera universitaria. Niente. E poiché a un certa età hai bisogno di ideologie, e non hai alcun possibilità di ritrovarle a livello politico, ti rifugi (in questo caso) nel calcio. Un bel po’ di adepti di Zerbi si eccitano fisicamente con le costruzioni del basso, le azioni con uno massimo due tocchi, che a loro dire disegnano sul terreno di gioco figure geometriche mai viste prima.
In un simile contesto culturale, per gli adepti di De Zerbi il risultato è un orpello, quasi un insulto. Un voler sporcare l’ideologia con la mediocrità del risultato. Loro sono felici a prescindere. Ma, attenti, il proselitismo di De Zerbi attecchisce a ogni livello. Pep Guardiola ha fatto il suo nome a Laporta per la panchina del Barcellona. Il quale Laporta stasera guardando Roma-Brighton finita 4-0 avrà pensato: “povero Pep, è andato”.