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Cazzullo: «Preghiamo che Thiago Motta alla Juve non faccia la fine di Maifredi»

Sul CorSera: “Liedholm diceva che le squadre hanno un proprio Dna. Anche la Juve, da Trapattoni ad Allegri”

Cazzullo: «Preghiamo che Thiago Motta alla Juve non faccia la fine di Maifredi»
Db Milano 20/12/2023 - Coppa Italia / Inter-Bologna / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Thiago Motta

Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera risponda alla lettera di un lettore che chiede come l’Atalanta vincitrice dell’Europa League contro il Leverkusen abbia perso la finale di Coppa Italia contro la Juventus. Il giornalista come il Napolista quando all’indomani della Coppa Italia avevamo scritto che Thiago Motta alla Juve ricorda l’arrivo di Maifredi.

Cazzullo: «Liedholm una volta mi disse che le squadre hanno un loro Dna»

Ora alla Juve arriva Thiago Motta, uno che la pensa come Guardiola e Alonso. Magari farà benissimo. Però Nils Liedholm, il più grande allenatore degli anni 70 e 80, una volta mi disse che le squadre hanno un loro Dna, una mentalità, una cultura. L’Inter ad esempio, da Herrera a Mourinho passando per Trapattoni, è quasi sempre stata una squadra all’italiana, difesa e contropiede; mentre il Milan, da Rivera agli olandesi, era più portato a fare gioco.

Quando la Roma di Liedholm (e poi quella di Eriksson) veniva a giocare a Torino con la Juve, dominava la partita; Di Bartolomei saliva a centrocampo, Bruno Conti rientrava, in mezzo Falcao, Ancelotti, Prohaska e poi Toninho Cerezo avevano sempre la palla loro. Poi Platini lanciava Boniek in contropiede, e segnava la Juve. Che era più forte della Roma, ma spesso la subiva, perché questa era la mentalità della squadra di Trapattoni, come di quella di Parola e dello stesso Allegri: costruiamo intanto una barriera difensiva; il gol prima o poi arriva. Maifredi e Sarri (che pure vinse lo scudetto) non hanno funzionato. Preghiamo che Thiago Motta non faccia la stessa fine.

La Juventus pensa a De Zerbi (se salta Thiago Motta). Giuntoli sfida il dna del club, come con Maifredi

La Juventus pensa anche a De Zerbi (se dovesse saltare Thiago Motta). La strada juventina è tracciata. Al club bianconero Giuntoli vuole portare il presunto futbol bailado. La chiusura con Allegri possiamo eufemisticamente dire che non è stata gestita bene. La sfuriata di ieri sera è stata la conclusione di mesi di anarchia gestionale, in cui Giuntoli – invece di parlar chiaro al tecnico livornese – ha preferito procedere per sottrazione, con i risultati che abbiamo visto. Ora l’ex ds del Napoli vuole portare a Torino Thiago Motta con cui le trattative sono inoltrate ma non ancora concluse. Ci sono ancora aspetti da valutare, soprattutto dal punto di vista dell’allenatore del Bologna. Giuntoli si sta guardando attorno e Thiago Motta non è l’unico nome sul suo taccuino. L’altro è De Zerbi, tecnico del Brighton, alfiere del gioco contemporaneo che tanto piace ai cosiddetti esteti.

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Il club ancora una volta proverà a forzare il proprio Dna. I più in là con gli anni ricordano la svolta Maifredi voluta da Luca Cordero di Montezemolo. Il calcio champagne dell’ex tecnico del Bologna. Guarda un po’, corsi e ricorsi storici. Allora finì malissimo. Con le truppe di Trapattoni richiamate in città. Sembra assurdo ma i club hanno un proprio codice genetico. I trapianti sono operazioni delicate. C’è un’anima di cui tener conto. Allegri e la Juventus si salutano. E nonostante le scontate previsioni, è arduo stabilire chi dei due mancherà di più all’altro.

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