L’almanacco commemorativo che Don Raimondo Di Maio e suo figlio Giancarlo hanno dedicato ai quarant’anni del proprio marchio di librai-editori
Dante&Descartes, quarant’anni di libri perduti e ritrovati
“Quarant’anni di libri perduti e ritrovati (editore Dante&Descartes, pagg. 240, euro 18)” è l’almanacco commemorativo che Don Raimondo Di Maio e suo figlio Giancarlo hanno dedicato ai quarant’anni del proprio marchio di librai-editori; il figlio Giancarlo, invero, continua in autonomia critica l’attività del capostipite non familista con la sua – di libreria – posta a Piazza del Gesù Nuovo al numero 14. Il testo uscirà l’8 maggio – nell’amorevole cura di Antonella Cristiani – ma graziosamente Raimondo ha voluto che lo leggessi in anteprima per propalarne notizia e senso. Ebbene sarà deformazione la mia ma questo testo che aprendosi con un’opera di Lello Esposito – “40 anni di Pulcinella e le fatiche di SISIFO” – e contenendo un saggio narrativo – “Era sui quarant’anni” – scritto dallo stesso Raimondo che racconta così le vicende della sua passione-lavoro, dall’altro contributo del figlio Giancarlo – “Il centro del mondo” -, e che si completa di una miriade di testimonianze di amici e lettori, si legge “Come un romanzo”.
Con le splendide fotografie a corredo di Ludovico Brancaccio si dipana davanti a noi la storia dell’editoria libraria partenopea filtrata da Raimondo nel contatto con figure del calibro di Antonello Franceschi, Gianmaria Lembo, Enzo Uliva. E mentre la genia dei Pironti – Pasquale, Lucio… – viene snocciolata nella filigrana degli aneddoti autentici riaffiorano i ricordi con compagni di viaggio illustri: come Giancarlo Mazzacurati, Vanni Scheiwiller, Benito Iezzi, Nicola Esposito. Eppoi gli incontri con Mimì Rea ed il suo alter ego Erri De Luca (c’è anche un suo breve testo a dare luce alla memoria comune).
Infine come alligata ac probata l’infinita serie di incontri: un giovane Saviano intento all’inventio dei volumi da comprare nel bancaruozzo e la Dante&Descartes che diventa il primo luogo di assaggio narrativo che porterà “Gomorra” ad entrare – complice la competenza editoriale di Antonio Franchini – nel panorama letterario mondiale. E l’intuizione condivisa con Vicente Quirante Rives nel pubblicare primi in italia nel 2019 “Averno” della Louise Glück – nella traduzione di Massimo Bacigalupo con postfazione dell’amico di Napoli José Vicente Quirante Rives, testo originale a fronte -: la poetessa newyorkése che poi riceverà il Premio Nobel per la Letteratura nel 2020, prima che le mosche del capitale togliessero valore al tutto? Dalla prima pubblicazione – fuori commercio – avvenuta nel 1989 con il testo “Croce bibliofilo” di Dora Marra Raimondo Di Maio è arrivato a quota 300 titoli divenendo il secondo editore in Italia di Erri De Luca che ha fatto di Don Raimondo anche un suo personaggio narrativo. E della sua collana “Storie in 32°” dove ha pubblicato autori del calibro di Pino Montesano ed Antonio Franchini e tanti altri vogliamo dicuterne? C’è forse una frase per potere racchiudere l’opera di questo librario-editore che si ispirò al contrario alla declinazione ideale di Gobetti? “La riconoscenza è il sentimento della vigilia (Enrico De Nicola)”. Auguri a Don Raimondo ed ai proximi sui…