Dopo il Guardian, ecco Rmc. Paulo Sousa e altri colleghi: “Ha elevato la marcatura ad arte, si adatta agli avversari, passa dalla costruzione da dietro al gioco verticale”
Non è il primo e non sarà l’ultimo articolo: Gasperini gode di una buonissima (diremmo impareggiabile) stampa. Stampa estera, però. In Italia per varie ragioni è incredibilmente considerato ancora un outsider. Qualche giorno fa ne aveva scritto il Guardian. L’articolo di oggi è invece dei francesi di Rmc. Un pezzo che “fa parlare” i colleghi, gli altri allenatori. Il titolo dice tutto: “è l’allenatore più influente d’Italia”.
“La sua grandezza sta nell’essere stato fonte di ispirazione, e non solo nel continuare a realizzare ciò che molti ritenevano impossibile all’Atalanta solo pochi anni fa. Dalla difesa a tre alla marcatura individuale rivitalizzata in Italia e poi estesa a molti Paesi europei, passando per l’uso dei terzini e la proattività e aggressività senza palla, l’identità gasperiniana ha fatto molta strada”, scrive Rmc.
Il viaggio europeo di quest’anno – ha devastato il Liverpool, ultima impresa – “mette in luce ancora una volta il notevole lavoro dell’allenatore italiano più influente dell’ultimo decennio. Anno dopo anno ha modellato e adeguato il suo sistema di gioco, dovendo regolarmente fare un passo indietro a causa del modello economico dell’Atalanta: il club italiano non è un top storico ed è stato costruito su uno sviluppo finanziario stabile. Il più delle volte per ragioni di budget, a volte per altri motivi più personali, molti giocatori hanno lasciato la nave dell’Atalanta durante il viaggio. L’elenco è da capogiro: Papu Gomez, Josip Ilicic, Rasmus Højlund, Duvan Zapata, Luis Muriel, Dejan Kulusevski, Gianluca Mancini, Cristian Romero, Franck Kessie, Bryan Cristante, Leonardo Spinazzola, Andrea Bastoni, Robin Gosens, Jérémie Boga, Remo Freuler, Timothy Castagne, Joakim Maehle, Matteo Pessina e Roger Ibanez per quelli di maggior successo e conosciuti. Ogni volta Gasperini si è adattato. Ha avviato nuove sessioni di lavoro per integrare i nuovi giocatori senza abbassare il livello delle richieste o delle ambizioni del club. Il che rende il suo lavoro ancora più eccezionale”. Volendo leggerla da Napoli, pare una lettera aperta a De Laurentiis, che deve scegliere chi allenerà il Napoli della ricostruzione (si spera).
Ecco, De Laurentiis legga i giornali stranieri: Gasperini è considerato il migliore. Per varie ragioni che Rmc fa spiegare agli altri allenatori. Francesco Farioli, per esempio: “La cosa più sconcertante, al di là degli ottimi risultati ottenuti con la Dea, è che non si è discostato dalle sue idee e dal suo stile, anche quando l’avversario poteva metterlo in difficoltà”.
E dunque: la fase senza palla di grande intensità e aggressività; la marcatura individuale ha lasciato il posto alla marcatura individuale per zona, che consente un migliore controllo generale ma richiede anche giocatori più intelligenti e reattivi.
Per Paulo Sousa “quando si parla di marcatura individuale, non sempre ci si rende conto del lavoro necessario perché venga eseguita bene. Si tratta di anticipazione, di distanza con l’avversario diretto, di l’orientamento del corpo, la capacità di girarsi rapidamente per gestire lo spazio dietro la schiena, ecc. E la padronanza di tutti questi aspetti dimostra la qualità dell’allenamento e la sua cultura del dettaglio. L’Atalanta non dà un secondo per pensare ai suoi avversari. Hanno questa capacità tattica e mentale molto forte che gli permette di ripetere gli sforzi e mettere in difficoltà gli avversari che hanno giocatori di qualità ai quali associano una notevole mole di lavoro in campo”.
L’Atalanta è una macchina da gol, anche. “Gasperini non è solo un allenatore di marcatura individuale, è molto più complesso di così”, continua Paulo Sousa. “E’ anche uno stratega offensivo con una semplicità efficace. Se vede che l’avversario lo ostacola nel pressare sulla sua prima costruzione, non esiterà ad allungare il gioco, a giocare più verticale, a saltare le prime linee di pressione Ha bisogno di un gioco più diretto per risalire il campo e poi poter accelerare la manovra con il gioco verticale attorno al numero 9 o per mantenere la palla e creare varchi più in alto, al contrario, in una posizione più attendista e strategia, lavora su un altro sistema con la ricerca dell’uomo libero, il lavoro a triangolo sui lati, gli spostamenti per i centri, la ricerca dello spazio per i tiri dai 20 metri oltre al riposizionamento del numero 9 per dare la possibilità ai centrocampisti proiettarsi nello spazio liberato”.
Il lavoro di Gasperini ha ispirato e continua a ispirare tanti tecnici a tutti i livelli della piramide calcistica italiana, scrive Rmc. “Nella storia più o meno recente del calcio italiano, solo pochi allenatori hanno saputo elevarsi al livello di influenti maestri. Sacchi, Zeman e Sarri hanno senza dubbio segnato la loro epoca. Spalletti ha saputo sublimare il gioco e Gasperini è entrato in questo circolo ristretto di cui fa già parte un altro ‘rivoluzionario della provincia italiana’, Roberto De Zerbi”.
“Gasperini ha talmente impressionato che se Bergamo non va in Champions alcuni lo valutano come un fallimento mentre non molto tempo fa l’Atalanta giocava per non scendere in B. Questo dimostra quanto abbia abituato tutto l’ambiente calcistico allo straordinario, che ha reso del tutto ordinario”.