Sembrano tornei da fiere di paese, la tecnologia e l’attrattività per i giovani sono solo slogan pubblicitari
Alla Sueddeutsche sono saltati sulla sedia domenica quando, mentre navigano su internet, hanno letto su Kicker “Grafite di tacco contro il Bayern, Josué espulso“. Si sentivano catapultati nel passato quando l’attaccante Grafite faceva impazzire i tifosi del Wolfsburg. C’era anche Felix Magath, vecchio allenatore del Wolfsburg. Poi hanno capito che si trattava di un torneo come la Kings League, il torneo di Piqué.
“Domenica era davvero emozionato quando ha guidato la delegazione delle “leggende del Wolfsburg” Grafite, Josué e Andrea Barzagli alla prima edizione del torneo indoor Infinity League“.
Kinsg League, Infinity League, Icon League: il calcio da fiera di paese
Scrive la Sueddeutsche:
“Chiunque pensi che la Infinity League sia un calcio da fiera di paese ha ragione e torto allo stesso tempo. Il valore sportivo è gestibile, ma il mix di calcio indoor, musica ad alto volume e servizi alle comunità di streaming ha parecchio seguito. Mats Hummels e Lukas Podolski hanno già portato sul mercato la loro “Baller League”, Toni Kroos vuole seguire l’esempio con la “Icon League”. Il calcio dentro una “gabbia” (come il tennis indoor, ndr) più famoso è la Kings League di Piqué“. Ma questo sport molto simile al calcio, quasi uguale, rappresenta una minaccia per il calcio tradizionale?
Il dubbio che si pone il quotidiano è lecito. Anche perché alla base di questi tornei c’è la volontà di “creare un evento ricco di azione e innovativo sul piano tecnologico… Ok, no, non è questa l’idea, questo è lo slogan pubblicitario. L’idea è quella di combinare lo splendore degli eroi più anziani del calcio con l’audience degli influencer più giovani e quindi spremere ancora più clic e denaro dal calcio“. Come la Kings League di Piqué
La Sueddeutsche sostiene che è un pericolo per il calcio per via della perdita di pubblico giovani. Gli adolescenti preferiscono infatti “frammenti di calcio piuttosto, e preferirebbe farlo su Twitch”
De Laurentiis al Financial Times: «Il calcio non è sostenibile, finirà per non attrarre più pubblico» VIDEO
Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, è stato invitato oggi a partecipare al summit del Financial Times sul business applicato al mondo dello sport e del calcio.
«Il calcio é malato. Ma perché é malato? Perché l’economia del calcio è malata. Perché campionati e squadre non sono in grado di competere dal punto di vista finanziario. In questo modo, i campionati non sono produttivi abbastanza. Quindi ogni volta, ad esempio, la Uefa dice, okay, ora in Champions League stanziamo 2,4 miliardi di euro, in Europa League più di 500 milioni e nella Conference League più di 38 milioni. Ok, io lo capisco. Ma se tutte le squadre sono indebitate questo vuol dire che questa somma di denaro non è sufficiente. Quindi non è questo un calcio sostenibile. Non solo non è sostenibile, ma giochiamo anche tante gare. Quindi, quando questo accade, è come se buttassi tutto all’aria. Finisci per non attrarre più il pubblico».