Era risultato positivo all’alcol il test il 21 luglio dell’estate scorsa. Ha rifiutato di pagare l’ammenda di 5000 euro
Daniele Rugani a processo per guida in stato di ebbrezza. Il difensore della Juventus era risultato positivo all’alcol test il 21 luglio dell’anno scorso. La questione si sarebbe potuta risolvere pagando 5 mila euro di multa, ma Rugani ha rifiutato.
Lo scrive “La Stampa“:
Estate rovente del 2023, piena notte, una Maserati metallizzata sfreccia su corso Grosseto, poco lontano dallo svincolo della tangenziale e dal raccordo per l’aeroporto di Caselle. A bordo c’è un calciatore 28enne, di ritorno da una serata di bagordi. Raggiunto un posto di blocco, i poliziotti gli intimano l’alt e lui rallenta. È il prologo dei guai giudiziari in cui è incappato Daniele Rugani, difensore della Juventus.
Rugani a processo, ha rifiutato di pagare l’ammenda da 5000 euro
Il 21 luglio dello scorso anno è risultato positivo all’alcoltest mentre tornava a Torino alla guida della sua auto sportiva. La prima misurazione ha fatto registrare 1.56 grammi di alcol per litro di sangue, scesi a 1.54 al secondo rilievo (effettuato almeno cinque minuti dopo, come previsto dal Codice della strada). In entrambi i casi, ben tre volte la soglia consentita dalla legge.
A quel punto è scattata la denuncia a piede libero per guida in stato di ebbrezza. Rugani avrebbe potuto chiudere i conti con la giustizia pagando i 5mila euro inflitti dal gip con il decreto penale di condanna, schivando – fra l’altro – l’arresto.
Dopo due anni, poi, il reato si sarebbe estinto e la sua fedina penale sarebbe tornata immacolata. Invece ha deciso di opporsi e ieri mattina sarebbe dovuto comparire davanti al giudice Roberto Ruscello per il giudizio immediato. Con l’intenzione di chiedere, per il tramite del suo legale, l’ammissione alla messa alla prova, un istituto che sospende il processo e consente di estinguere il reato con lavori di pubblica utilità in associazioni ed enti senza scopo di lucro a titolo di risarcimento del danno arrecato con la sua condotta alla società civile.
Invece non si è presentato e il suo avvocato, il penalista Raffaele Tecce del foro di Avellino, ha affidato l’istanza a un sostituto. Il giudice però, preso atto del niet della Procura, l’ha rigettata su due piedi perché è stata proposta fuori tempo massimo. Ora perciò il calciatore dovrà affrontare il processo, con tanto di testimoni, consulenze tecniche ed esame.