Auguri Piotr, per i tuoi trent’anni e per quel che hai fatto. Ti abbiamo miseramente puntato il dito; ti hanno sommariamente etichettato come altalenante
La linea di affetto e gratitudine che unisce Zielinski a Napoli
Auguri Piotr, la lanterna di Goethe di questo Napoli che a breve traslocherà in altri lidi. È vero, è stata una stagione nefasta, cupa, atroce per ogni tifoso azzurro ma sarebbe un delitto non tracciare una linea affettiva e grata che unisca Zielinski a questa maglia, a questa città, a questa terra.
Era il 2016, sono passati solo otto anni e sembra sia passato un secolo. Il 2 dicembre di quell’anno, la sua prima rete, proprio contro l’Inter. Il ragazzo si farà, e si è fatto, si è impreziosito, si è offuscato, ha reagito, si è lasciato cadere al gol di Raspadori con la schiena a terra, a braccia larghe, rabbrividendo insieme ad ognuno di noi.
Zielinski la lanterna magica di Goethe
Piotr, la lanterna magica di Goethe capace di accedersi e di spegnersi a seconda della necessità, la luce intermittente di talento puro e nascosto a dovere prima di esplodere in un gesto da ricordare. E di Goethe sono anche queste parole disincantante: «Dove vien meno l’interesse, viene meno anche la memoria» e no, la memoria deve essere riconoscente verso un calciatore che ha vestito per lunghi anni la maglia del Napoli, le ha portato un tricolore, ha pianto con Allan a Firenze, ha resistito ai vari golpe, restando fino all’ultima goccia del suo contratto che colpevolmente o meno, è stato lasciato finire senza ripensarci.
Buon Compleanno Piotr, trent’anni sulle spalle con l’augurio che la tua luce in campo possa risplendere ancora per tanto, meriti rispetto e considerazione sebbene nel corso del tuo percorso a Napoli, ti abbiano miseramente puntato il dito; ti hanno sommariamente etichettato come altalenante senza comprendere che il termine contenesse la sintesi del tuo essere un’altalena, capace di dondolare tra estro e ragione; tra classe e sudore.
Mai ho desiderato con tanta forza la maglia di un calciatore quanto la tua per poter incorniciare e appendere alla parete, il simbolo del Napoli che in otto anni ha stravolto l’Italia prima di stravolgere sé stesso.
Auguri Piotr.