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Pantani raccontato dagli avversari. Virenque: «In salita sembrava Mario Kart con gli ostacoli» (L’Equipe)

Bettini racconta l’impresa di Oropa: «Quando mi ha superato, mi sono detto: Se continua così, esploderà»

Pantani raccontato dagli avversari. Virenque: «In salita sembrava Mario Kart con gli ostacoli» (L’Equipe)
1998 archivio Image / Sport / Ciclismo / Marco Pantani / foto Imago/Image Sport

Venticinque anni dopo la rimonta di Oropa, “LÉquipe ricorda l’impresa di Marco Pantani attraverso le parole di Paolo Bettini e Richard Virenque.

È il 30 maggio 1999. Al termine di questa 15ª tappa del Giro, tra Racconigi e Oropa, lo scalatore di Cesenatico avrebbe dovuto esultare, addirittura sfilare, regolando i conti con un gruppo che aveva tentato di sparargli nel cuore dell’ultima salita quando, sceso dalla bici, si è agitato, infastidito, vittima della catena incastrata tra il telaio e il pignone. Pantani aveva visto scivolare via i suoi principali avversari, senza degnarlo di uno sguardo. O quasi, secondo Paolo Bettini, allora alla Mapei-Quick Step: «Ero con lui davanti e quando si è fermato tutti lo guardavano».

Richard Virenque lo ricorda molto bene: «Pantani era l’avversario numero 1, io ero stato ingaggiato per aiutare Ivan Gotti. Abbiamo fatto di tutto perché non rimontasse». Laurent Jalabert è stato un po’ più corretto, aveva aspettato che gli altri insidiassero il campo: «C’è stato un momento di esitazione. Quando ho visto Pantani fermarsi e iniziare a smontare la ruota, per me era fuori dai giochi».

Stranamente, i suoi compagni di squadra non lo hanno visto subito al lavoro con la sua bici, secondo Marco Velo: «Normalmente ero sempre l’ultimo ad accompagnare Marco. Ma il ritmo in quel momento era alto, ero davanti a lui e non mi ero accorto che si fosse fermato. L’ho saputo dagli avversari e poi ho chiamato tutti. Ci siamo letteralmente fermati ad aspettare Marco». Non senza panico: «Enrico Zaina ha iniziato la salita per Marco, ma andava fortissimo e se riguardate le immagini, Marco si è allontanato più volte dalla mia ruota, urlandomi contro. Era arrabbiato, continuava a dirmi di rallentare (ride)»

Virenque: «Pantani come Mario Kart con gli ostacoli, ma ha continuato la sua strada»

Scappato poco prima, Bettini aveva deciso di salire sull’Oropa «nel gruppetto e quando mi ha superato, 300 metri dopo essersi fermato, andava due volte più veloce di me. Mi sono detto: ma cosa sta facendo? Durerà due chilometri così ed esploderà!».

La rimonta era appena cominciata, Pantani lasciò andare i compagni per poi letteralmente ingoiare gli avversari, a manciate o uno per uno quando erano isolati, come Marzio Bruseghin e il portoghese Sergio Orlando Rodrigues. 

L’italiano quel giorno raggiunse, secondo conteggi e leggende non ufficiali, 49 o 53 corridori, come un Pac-Man. Per restare nella metafora del videogioco, Virenque propende più «per Mario Kart con le banane, gli ostacoli, ma ha continuato per la sua strada, con leggerezza».

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