A Dazn: «Siamo una società virtuosa. Le critiche arrivano dalle cattive persone. Il mercato? Punteremo anche sui giovani»
Marotta ha parlato a Dazn prima di Inter-Lazio.
Ha parlato dello scudetto:
«Vincere è sempre bello, in questo modo lo è ancora di più perché è coinciso con la seconda stella. Un’emozione nuova, teniamocela dentro il più possibile. Tra oggi e domani daremo via ai festeggiamenti, facendoci scivolare via le critiche che vengono dalle cattive persone».
Il comunicato di Zhang.
«La questione riguarda i nostri azionisti. Posso solo garantire che la nostra società è solida, il nostro percorso è virtuoso e non abbiamo nessun problema. Tutta la famiglia Zhang ha a cuore l’Inter, ogni decisione la prenderà nel rispetto della società e dei tifosi. Siamo una bella società, con un gruppo solido e non c’è nessuna preoccupazione di carattere economico».
Il mercato.
«Dovremo essere bravi noi a creare un mercato creativo con competenza e fantasia, puntando anche sui giovani. In questi due anni abbiamo avuto un saldo positivo, tenendo sempre competitiva la squadra pur avendo cambiato tanti giocatori».
«La stabilità della società è garantita dalla presenza di Zhang. Stamattina era felice, purtroppo non è potuto venire ma ci dà sicurezza: checché ne dica chi ci vuole male. Siamo una società virtuosa, sfido chiunque a guardare i nostri conti».
I due scudetti “basculanti” di Marotta: i titoli di Calciopoli li assegna sia alla Juve che all’Inter
I conti della rivendicazione non tornano. Ballano due scudetti, quelli di Calciopoli. Gli juventini se ne intestano 38 al netto della giustizia sportiva che gliene assegna ufficialmente 36, cosicché quello vinto dall’Inter ieri sarebbe solo il diciannovesimo, e non quello della doppia stella. E poi c’è Marotta, il quale porta una doppia contabilità: quando era alla Juve diceva che i due scudetti “basculanti” erano bianconeri, poi quando è passato all’Inter se li è portati con se. Ora festeggia, ovviamente, i 20 titoli. Magia della partigianeria.
Così scrive Repubblica: “Non si scappa: o sono 38 i titoli della Juventus, o sono 20 quelli dell’Inter. Ma mica per tutti. Nel 2012, dopo il primo scudetto bianconero post Calciopoli, l’allora amministratore delegato bianconero disse: “Gli scudetti sono 30, non ci sono dubbi”. In realtà per tutto il mondo quello era il numero 28, visto che due li aveva cancellati la giustizia sportiva. Scena che si è ripetuta ogni anno, fino almeno al 2018, quando Marotta posò dopo l’ennesimo trionfo con una bottiglia di champagne su cui era stampata un’etichetta con i 36 scudetti, ancora una volta due in più del conteggio ufficiale. Marotta indicava con soddisfazione, in favore di camera, quel conto in eccesso. Un modo per rivendicare quegli scudetti”. “Poi gli anni passano, le idee non sono immutabili, il lavoro ti porta lontano. Magari, proprio dalla parte opposta della barricata. E le cose dipende da che punto le osservi. Infatti prima nel 2021 e poi lunedì sera a San Siro, a festeggiare gli scudetti dell’Inter numero 19 e 20 c’era anche lui. “Conquistare la seconda stella è una grande soddisfazione e un grandissimo traguardo”, dice a caldo Marotta. La prova tangibile che in fondo è tutta una questione di appartenenza”.