Su Libero: ha finito per esplodere contro tutti e tutti, compresa una parte di tifosi “presunti” che lo hanno deriso tutto l’anno: sono i voltagabbana

Allegri è stato l’unico a difendere la Juventus in questi anni difficili. Lo scrive Luciano Moggi su Libero.
Scrive Moggi:
Allegri ha dato il meglio di sé nella preparazione della partita, limitando gli spazi di manovra alle mezze punte bergamasche e sfruttando l’assenza di Scamacca. Peccato che lo stesso Allegri, dopo aver fatto tanto bene con la squadra, abbia sciupato tutto con uno spettacolo del tutto inusitato nei campi di calcio, tale da meritare il giusto licenziamento da parte della società.
Prosegue Moggi:
Evidentemente covava dentro di sé un livore che ha finito per esplodere contro tutti e tutti, compresa una parte di tifosi “presunti”, che lo hanno deriso tutto l’anno come se fosse stato l’allenatore di una squadra avversaria, dandogli del cafone e brindando al suo allontanamento. Sono i cosiddetti voltagabbana, pronti magari anche a rimpiangerlo, se l’anno prossimo la squadra dovesse lasciare a desiderare in quanto a risultati. Gente senza riconoscenza che volutamente non tiene conto dell’ingiustizia sportiva subita dalla Juventus negli ultimi tre anni. L’unico a difenderla è stato lui, mister Massimiliano, che oltretutto annovera nel suo palmarès cinque scudetti vinti e tanti altri trofei. Il suo comportamento è comunque da censurare, anche perché tenuto davanti a migliaia di tifosi bianconeri che non si sono potuti godere a pieno la gioia della vittoria.
Non solo Moggi, Allegri difeso da Giuliano Ferrara
Giuliano Ferrara: lo stile Juve è una grande cialtronata, la furia di Allegri andrebbe insegnata a scuola. Ne scrive ovviamente sul Foglio.
Lo stile Juventus è da sempre una grande cialtronata. Mai come nel caso di Massimiliano Allegri, licenziato perché si comporta in modo “contrario ai valori della società”. Lasciamo stare i risultati dell’allenatore, che tappano la bocca (cinque scudetti eccetera). Il fatto di costume, la saccente lezioncina pedagogica a uno che ha comprensibilmente sbroccato, stufo di essere perculato dalla “società dei valori”, prevale su tutto.
(…) Ma conciare per le feste e sottoporre a gogna un uomo che fa una sfuriata, che esprime non ciò in cui dice di credere, i valori, ma quel che è, il suo effettivo valore umorale e carnale di una sera, è un modo di offendere l’amor proprio manifesto di un professionista soffocato dal rancore ambientale, che alla fine esplode e sanziona il tutto minacciando di strappare le orecchie a un giornalista e dando il bando a un collega aziendale, stracciandosi le vesti e turpiloquendo a casaccio nel giorno di una vittoria e dell’addio.
La collera richiede rispetto, se non solidarietà. Chi s’infuria fuori dalle righe in genere è visitato dalla necessità, da una smania che può perfino avere dell’elegante, del rivelatore, dell’irreprensibile. Ci si ammutolisce davanti al fulmine sgarbato che viene da un dio degli stadi. Anche questa è una questione di etichetta. La società, invece di invocare valori, avrebbe dovuto per eleganza e compostezza mostrare un lieve imbarazzo e risolvere il contratto senza strepito e condanne morali.
La collera di Allegri aveva il sapore di una rivalsa a lungo rimandata verso un tradimento, che non è un tradimento di valori ma personale, di serietà professionistica, era lo strepito di un uomo sottoposto alla guerra dei sussurri, a certe spietatezze e volgarità d’apparato che sono tipiche delle stagioni di insania e di autolesionismo certo non estranee alla Juve di questi ultimi tempi.
(…) Il comportamento di Allegri, la sua baldanza e la sua furia, andrebbe insegnato nelle scuole per far vedere a che punto può arrivare, in certi contesti, l’ira repressa di un generale di brigata fortunato alle prese con una diserzione indiscreta, vile e contundente. Invece siamo alle solite del banalismo etichettaro, non sta bene, non si fa, goditi la vita, non reagire, non avere stomaco, le persone a modo non fanno così, tutti contro Allegri. Ma che restituiscano quei cinque scudetti e quelle coppe invece di frignare e condannare in nome dei valori e della moralina comune uno che hanno semplicemente trattato male e gli ha fatto una omerica scenataccia.