Non doveva finire così, ma la sua avventura col Liverpool sarà apprezzata a lungo. Domani la standing ovation ad Anfield
Mancano pochi giorni, poi le strade di Jurgen Klopp e il Liverpool si separeranno. The Athletic racconta le reazioni del tecnico ieri in conferenza stampa e la difficile stagione del suo club.
Klopp e il Liverpool: non una storia da happy ending, ma neanche da fallimento
Nel corso della conferenza stampa, sembrava che per Klopp fosse l’ultimo giorno di scuola: non si è trattenuto. Voleva togliersi parecchi sassolini dalle scarpe, o come ha detto: “un piccolo consiglio da un vecchietto che sta per andare via”. Le sue dichiarazioni con l’elenco di cosa non è andato in questa stagione non sono da confondere, però, con la rabbia o l’amarezza. Sorrideva. Ha accettato che il suo straordinario regno di Anfield non avrà un finale hollywoodiano e intende godersi i suoi ultimi giorni, ora che non ha più pressioni. È stato difficile ascoltare un uomo che ha portato il Liverpool a grandi livelli, parlare di come si sentisse fallito non avendo ottenuto il meglio dai giocatori alla fine di questa stagione. Il suo battibecco con Mohamed Salah di sabato scorso sembrava il culmine di settimane di frustrazione repressa.
Ovviamente, Klopp non ha “fallito”. La mancanza di continuità hanno danneggiato la stagione del Liverpool. Per molti dei suoi giocatori, quest’anno è stato un primo assaggio di corsa per la vittoria della Premier; questa stagione darà loro maggiore esperienza. Nonostante il crollo di fine stagione, il successore di Klopp, Arne Slot, erediterà una squadra che ha bisogno di alcuni grandi calciatori per competere a grandi livelli. Gli addii sono già cominciati: il tecnico tedesco sarà omaggiato ad Anfield domani nel match contro il Tottenham. Non è così che doveva finire, ma è stato un viaggio che sarà apprezzato per molto tempo.
La conferenza del tecnico:
Che la Premier sia il miglior campionato del mondo è assodato. Che anche il livello delle altre squadra si sia alzato è altrettanto vero. Ma c’è una ragione se le principali squadre inglesi sono usciti dalle competizioni europee.
«Noi, City e Arsenal siamo stati eliminati ai quarti. Questo non è semplicemente un riflesso della qualità. Sì, anche gli altri Paesi hanno squadre davvero valide, su questo non ci sono dubbi, ma è un segnale. Anni fa pensavo che avessimo quattro squadre inglesi ai quarti di finale. Adesso non è un problema per noi. Ma che giochiamo giovedì, domenica, mercoledì, sabato alle 12.30 è un delitto. In realtà stavo aspettando che Amnesty International andasse da loro. Mi piacerebbe prendere parte una volta a quella riunione in cui qualcuno dice: “Il Liverpool gioca 12:30″ e l’intera stanza scoppia a ridere».