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Possanzini: «Mi viene naturale voler tenere la palla e giocare dal basso. L’influenza di De Zerbi ha inciso»

A Cronache di spogliatoio: «Quando abbiamo perso per via dell’uscita del basso, la società mi ha sempre difeso. L’allenatore non fa nulla da solo»

Possanzini: «Mi viene naturale voler tenere la palla e giocare dal basso. L’influenza di De Zerbi ha inciso»
Cm Renate 08/04/2024 - campionato di calcio serie C / Renate-Mantova / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Davide Possanzini

Davide Possanzini è l’artefice della promozione in B del Mantova. L’allenatore è una suggestione di mercato per molti presidenti che devono scegliere il loro futuro allenatore. Fra questi c’era anche De Laurentiis che per un momento, secondo Repubblica, ha pensato di stupire tutti proprio con Possanzini. Indiscrezione poi che non ha trovato conferme. Il tecnico del Mantova inizia a farsi conoscere un po’ di più e ha concesso un’intervista a Cronache di spogliatoio.

La parole di Possanzini: «L’influenza di De Zerbi ha inciso»

A Cronache di spogliatoio:

«Sono un attaccante: mi viene naturale voler tenere la palla e giocare dal basso. E si può fare in C. Certo, l’influenza di De Zerbi ha inciso».

«Ho fatto un paio di video emozionali in stagione. Alla prima giornata ho raccolto videomessaggi di fidanzate, mogli, genitori e li ho mostrati ai miei prima di entrare in campo. Alla prima di ritorno ho scelto una musica che mi piaceva e l’ho messa come sottofondo a tutti i gol dell’Atalanta».

«In assoluto mi piace essere autentico ed evitare non detti. Spesso apro la porta dello spogliatoio e dico quello che mi viene al momento: al giocatore arriva il tuo modo di essere. Quando abbiamo perso per via dell’uscita del basso, la società mi ha sempre difeso. L’allenatore non fa nulla da solo».

«Cos’altro ho portato dalla Serie A? Ho importato la nostra camera tattica con il grandangolo che riprende le partite. Ovviamente filmo tutti gli allenamenti col drone».

Il rapporto con la società?

«Il direttore ha fatto una scrematura di calciatori adatti alla mia filosofia, poi li abbiamo visti tutti insieme io e lui. Un passaggio fondamentale».

Alcuni ricordi da calciatore:

«Il momento più bello da calciatore è stato il mio gol a San Siro. Pirlo lo ammiravo in allenamento quando batteva le punizioni e sono onesto: non capivo mai quando era serio e quando scherzava. Lui è un ottimo allenatore, ogni tanto lo sento e sono contento del suo cammino».

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