In conferenza: «Scamacca deve perdere la pigrizia. Mi dispiace per Locatelli, è un po’ troppo conservativo rispetto a dove sta andando il ruolo che occupa»

Oggi, Luciano Spalletti, ct della Nazionale, presenta in conferenza stampa il ritiro a Coverciano in preparazione degli Europei in Germania. Prima di partire l’Italia affronterà due amichevoli, una il 4 giugno al Dall’Ara di Bologna ospiterà contro la Turchia e una domenica 9 giugno contro la Bosnia ed Erzegovina. Poi si partirà per la Germani, sabato 15 giugno a Dortmund l’esordio a Euro 2024 con l’Albania. Venerdì 7 giugno Spalletti diramerà le convocazioni per Euro2024.
Spalletti: «Scamacca deve essere meno pigro»
Spalletti prima di Euro 2024
«Lo slogan di oggi è l’azzurro ci unisce – sempre. Nella foto ci sono 20 bambini e bambine con le maglie di Serie A addosso. Mi sono trovato molto bene con le risposte ricevute, non da ultima la possibilità di avere più calciatori convocati possibili già da oggi. Il messaggio è che l’azzurro è di tutti, ci unisce sotto un’unica maglia”. Così Luciano Spalletti in conferenza stampa da Coverciano».
Spalletti su Fagioli come Paolo Rossi
«Senza Acerbi e Zaniolo? In Nazionale si fanno ragionamenti differenti, siamo convinti di poter sempre far bene perché possiamo pescare tra tanti calciatori. Cerchiamo di pensare che abbiamo a disposizione tutto quello che ci vuole. Fagioli come Paolo Rossi? E’ una scelta tecnica, poi sono due storie diverse, Fagioli ha qualità, estro siccome gli manca lo scontro fisico. Il campo valuterà se abbiamo fatto la scelta giusta o sbagliata.
Lui dal punto di vista umano ha detto delle bellissime cose, io gli ho parlato il giorno della finale di Coppa Italia a Roma e ho avuto fortuna che ci fosse la Juve. Siamo stati insieme e mi ha fatto una buonissima impressione. Se si valutano i suoi peccati, e lo ha descritto bene ieri, merita comprensione. Ha scommesso non su cose sue ma perché era in preda a un momento di difficoltà in cui non ce la faceva a difendersi da questa situazione. Zaniolo a me sembra forte ma spero di ritrovare quelle qualità anche in altri».
Quali sono i criteri sulle scelte definitive per i convocati e il capitano?
«Per i 26 continuerò a guardare quello che ci necessità tenendo conto di più cose. Ho portato due-tre giocatori in più per avere la possibilità di avere una sorpresa. Non è detto che andando fuori Acerbi, giocatore con esperienza che perdiamo col blocco squadra che poteva darci qualcosa in più, sia per forza un centrocampista o un attaccante ad andare via. È una cosa che valuterò perché abbiamo tanti difensori e i non convocati potranno uscire da ogni settore. Sarà una scelta difficilissima per me. A me lasciare la gente fuori mi uccide, mi dà fastidio. Oggi ai ragazzi dicevo che ho l’età in cui mi emoziono, quindi la scelta per me è difficile. Spero di fare quella giusta per quello che necessiterà all’Italia. Sul capitano si valuterà, al momento resta Donnarumma».
Spalletti e il modulo:
«Modulo? Noi vorremmo fare qualcosa di non rigido, come piacerebbe a tutti, per dare possibilità di libertà di espressione ai talenti e ai calciatori avendo una squadra organizzata. Più imprevedibilità sarà più sorpresa per i nostri avversari. Vorremmo saper fare tutto: qui a Coverciano ci insegnano che i sistemi di gioco non sono più così rigidi. Giocando contro squadra che fanno 4-2-3-1 o 4-3-3 e tenteremo di difendere a 4, magari si può costruire a 3» .
Spalletti su Scamacca
«Scamacca? Quello che ci ha lavorato è Gasperini, avendolo disponibile tutti i giorni allenamento dopo allenamento. Io ho bisogno di vedere sacrificio, valori con cui siamo stati educati. L’Italia è sempre stata una repubblica in cui la gente andava a lavorare, io parto dagli stessi concetti. Scamacca non mi era piaciuto e quindi lo avevo lasciato fuori, avendo a disposizione tanti calciatori. Non è difficile se uno non dà il massimo. Lui ora ha fatto vedere crescita, gol, continuità. Lui ha un po’ tutto, è un po’ pigro. Deve perdere la pigrizia. Magari l’ha persa, ora siamo tutti contenti di vedere ciò che ci metterà a disposizione. Sono il primo a essere felice per le sue prestazioni».
Il discorso alla squadra per il ritiro
«Ho detto che dobbiamo avere chiara una cosa, ovvero far vedere che siamo orgogliosi della maglia azzurra. Maglia in cui si riconosce il Paese intero. Il nostro è un mestiere di privilegi e vantaggi, però dobbiamo fare vedere che lottiamo tutti per la stessa causa. La maglia dell’Italia e vestirla è una meravigliosa occasione che abbiamo. Dobbiamo promettere agli italiani che saremo degni della fortuna che ci è toccata. Poi da ultimo ha chiuso il campione che abbiamo qui, ovvero Buffon, e quello che vi ha detto ve lo dirà lui dopo. Ha fatto un discorso molto bello raccontando un episodio che l’ha riguardato».
Differenze Fagioli tra Ricci?
«Sono simili, Ricci è cresciuto per le richieste che gli ho fatto. Ha lavorato bene nella sua squadra, va sull’avversario e ha voglia di cercare il contatto fisico, la spallata per contendersi la gestione del pallone. Ultimamente è stato usato per andare sul mediano avversario come centrocampista d’assalto. Fagioli è più classico anche se sa fare tutto. È delizioso palla al piede, vede cose che gli altri non vedono. Ci sono differenze, ma anche un giocatore come Ricci serve per costruire un gioco. Sono entrambi giocatori forti».
Folorunsho, Orsolini, Frattesi… giocheranno loro a destra? Chiesa giocherà a sinistra?
«Folorunsho è già in quella zona di campo a destra. Frattesi è uno che ci arriva lì, ma anche lui ha finalizzazione e gol. Folorunsho ha anche la botta da fuori, la scocca, lui è più trequartista, un giocatore per questi mezzi spazi, mentre Frattesi è più centrocampista. Orsolini? In questi giocatori non siamo stati molto fortunati su questi esterni alti, ci sono stati diversi infortuni, in qualche caso è mancato l’apporto. Chiesa sa giocare da tutte le parti, è quello che ha la vampata e la botta della fucilata nella notte, quando non sai da dove è arrivata. Può giocare anche a destra, può stare dentro anche se lui preferisce stare più esterno. Per quanto mi riguarda Chiesa va isolato, non gli va portato troppo traffico intorno perché è negli spazi dell’uno contro uno che lui ha davvero la qualità cattiva con le sue vampate».
Quanto è difficile il lavoro del ct nel convincere un giocatore decisivo a non essere titolare?
«Mi state chiedendo se Frattesi merita più di Barella, Pellegrini, Cristante o altri? In campionato lui ha beneficiato della forza dell’Inter, perché oltre ad avere meriti ha dovuto migliorarsi nel gioco. È uno da sbattimento forte, da copertura di campo eccezionale. Dà disponibilità e via dicendo, ma riteniamo di avere una squadra con una sua forza e lui è dentro la forza e il valore che attribuiamo. Ma non è detto che gli debba dare la maglia perché ha fatto 6 gol con l’Inter. L’Inter ha vinto anche quanto non ha giocato Frattesi. In Nazionale ci sono Cristatne, Jorginho, Barella, Pelelgrini… Ce ne sono tatni di giocatori forti».
Come si è passati dal paragone Bonaventura-Bellingham alla non convocazione?
«Jack è un altro che mi piange il cuore averlo lasciato fuori. Qualità da uomo e professionista, ma devo stare attento anche ai momenti che passano i giocatori. Devo stare attento a cosa mi manca in maniera complessiva in squadra. Devo fare una squadra forte che deve avere qualità. Accostarlo a Bellingham è un po’ azzardato, anche se io sto sempre coi miei calciatori. Al momento l’ho visto col fiato tirato e ho visto che da un punto di vista di composizione di rosa potevo avere bisogno di altro. Resta all’interno della cerchia nazionale».
Spalletti e la stanza dei giochi
«La stanza dei giochi è quasi finita, la stiamo allestendo. Dobbiamo toglierci il vizio, la noia di essere benestanti, l’abitudine che sia sempre tutto a posto. Le cose vanno dette ai figli altrimenti prendono vizi sbagliati. Andare a ricercare qualcosa che ti faccia rendere conto del privilegio e del vantaggio di vestire questa maglia che ti dà la giusta misura del contesto. Dopo che capisci questa cosa, bisogna accettare qualsiasi risultato perché tu hai fatto in maniera corretta il tuo lavoro, io non devo per forza andare in prigione per un risultato negativo perché io mi sono sacrificato, mi sono preparato, ho messo tutto in campo. Se c’è quello più bravo di noi gli si fanno i complimenti e si torna a lavorare. Non debbo difendermi dalla volontà degli altri se ho fatto tutto quello che dovevo fare in maniera corretta. Vincere e perdere sono la stessa cosa. Si va sempre a chiedere il massimo altrimenti sei un fallito ma non c’è vincente o perdente, fallito o campione se uno fa le cose in maniera corretta. Vittoria e sconfitta sono lo stesso personaggio che ti porta via dalla realtà: quando ti abitui a vincere sempre poi perdi, quando perdi sempre poi rivincerai e ti accorgerai che la sconfitta ti ha aiutato a sistemare i tuoi errori. Tra questi due estremi c’è il tentativo che vogliamo fare noi di far sentire tutti importanti e al centro di questa festa sportiva. Già mi batte forte il cuore a pensare di essere all’Europeo, visto che non ci sono mai stato. Io non sono geloso di nessuno, se Gigi dice una cosa più importante della mia sono contento. Proveremo emozioni che diventeranno importanti anche se non alzeremo la Coppa e che possa far dire alla gente di essere orgogliosa del nostro impegno e del nostro lavoro. Anche quella per noi sarebbe una vittoria, sarebbe tangibile».
Spalletti e la più grande emozione
«La maglia azzurra unisce tutti e da tutte le parti arrivano baci e abbracci. Non è come un club, questa sarà la cosa che mi emozionerà più di tutte. E poi anche confrontarci con le più grandi squadre d’Europa».
Il bilancio dei 9 mesi
«Arrivo prontissimo perché ho pensato solo a organizzare questo raduno, abbiamo scritto tutto. Dobbiamo solo verificare se poi saranno conformi alle nostre necessità sul campo. Ci arrivo contentissimo di essere all’altezza».
Locatelli escluso
«Una volta che ho scelto sono dispiaciuto per chi resta a casa e ho la responsabilità di quello che succederà. Sono a posto, ho tutto ciò di cui ho bisogno e la Federazione mi è accanto. Manuel è un altro dispiacere che ho, son quelle cose che mi metto in difficoltà per il ruolo e per come le vivo io. È una persona seria, professionista e dalle qualità difensive ottime e piede buono. Volevo un po’ più estro e forse lui è un po’ troppo conservativo rispetto a dove sta andando il ruolo che occupa. Per me lui fa parte del gruppo, gli chiedo scusa per averlo lasciato a casa».
Spalletti e i fantastici 10
«Sono stato catapultato in quest’avventura, è vero, e questo mi fa pensare a tutte le cose che non ho potuto fare ma alla fine è la stessa cosa per tutti. Mi sembra che alla fine non mi manchi niente per fare quello che voglio fare. Mi resta il dispiacere per chi ho lasciato a casa ma quelli che ho portato sono i più forti di tutti e ho la responsabilità di quello che succederà. Sono le responsabilità che ci fanno felici perché ti permette di omaggiare quelli che hanno la stessa passione e non sono potuti essere lì, ma si sono sacrificati per potertela far godere. La Federazione è stata disponibile nei confronti di tutte le richieste che ho fatto compresa quella dei fantastici 10, compreso quello che abbiamo qui (Buffon, ndr)».